Pompei ieri e oggi: alla scoperta della città sepolta

  • di Simona Vitagliano
  • 5 anni fa
  • Napoli
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Sospesa nel tempo tanto da essere ancora capace di “parlarci”, eppure “morta”, nel senso umano e civile del termine, da quasi due millenni e rimasta sepolta per secoli: è questo il “miracolo” di Pompei, “la più viva delle città morte” come è stata definita dal celebre divulgatore Alberto Angela.

Con i suoi 440mila metri quadri di estensione e le sue incalcolabili meraviglie – che vanno da resti di domus ottimamente conservati a calchi di esseri umani ed animali ritratti per sempre nell’ultima posa assunta al momento della morte, è il terzo sito museale statale più visitato in Italia (oltre 3 milioni di visitatori all’anno), entrato nel 1997 tra i Patrimoni UNESCO (insieme alle zone archeologiche di Ercolano ed Oplonti).

Il ritrovamento

Sembra incredibile come i resti della Pompei antica, situati praticamente alle porte della città moderna, siano rimasti sepolti per ben 1700 anni sotto la cenere e la lava prodotta dall’antica eruzione: la scoperta di questo immenso tesoro, infatti, è relativamente recente, risalendo al 1748, quando Carlo III di Borbone, già innamoratosi di quanto ritrovato sotto il livello di calpestio di Ercolano, ordinò una serie di scavi che portarono questa intera città – la meglio conservata di quell’epoca – alla luce; una realtà ancora popolata dai suoi abitanti e piena di un numero impressionante di reperti rimasti lì dove erano stati lasciati, tanto che è stato proprio grazie allo studio di questo sito che si sono riusciti a svelare gli usi e i costumi di quel popolo così lontano da noi.

L’eruzione fatale

Quello che molti non immaginano è che il Vesuvio, ai tempi dell’antica Pompei, appariva molto diversamente da come lo conosciamo noi: testimonianza ne è anche un antico dipinto che lo raffigura come un monte, senza crateri o “bocche” di sorta che lasciassero trasparire un’altra natura della sua reale geologia.

I primi insediamenti in zona si ritiene risalgano a diversi secoli prima di Cristo, quando anche Cuma, Nola e Stabiae erano città affermate e attive in scambi commerciali; lo sviluppo vero e proprio, però, arrivò solo con la conquista da parte dei Romani, che ne fecero un importante polo della vita quotidiana costruendovi, tra l’altro, imponenti ville e domus panoramiche.

Un primo declino arrivò, poi, nel 62 d.C., quando un violento terremoto fece danni importanti che vennero, però, immediatamente riparati: nessuno avrebbe potuto immaginare che, poco più di 10 anni dopo, nel 79, l’intera città e tutto il circondario sarebbero rimasti sepolti sotto una coltre di ceneri, lapilli e materiale piroclastico proveniente da una tremenda eruzione che non avrebbe lasciato nulla di vivo intorno a sé.

E, come abbiamo visto, per arrivare ai primi scavi sono dovuti passare quasi 2 millenni: la zona, infatti, si era trasformata in un’area quasi desertica, inospitale, arida e spoglia.

Oggi

Entrare a Pompei antica, oggi, è come aprire uno scrigno segreto pieno di tesori: sarebbe impossibile citare tutte le testimonianze ed i reperti che compaiono tra le sue mura, partendo dalla celebre Casa del Fauno e finendo al Foro e al Macellum, passando per le Tabernae, gli affreschi, il Teatro Grande, l’Anfiteatro, i Templi

Nonostante si tratti di una città “morta”,infatti, Pompei va vissuta, capita, “assorbita” passeggiando per le sue vie ancora intatte e sbirciando tra le bacheche di vetro che lasciano intravedere ora una coppia di amanti, ora un povero cane raggomitolato su se stesso, ora una donna incinta di un bambino che non sarebbe mai nato…

È una testimonianza molto importante del nostro passato, da cui tanto abbiamo ancora da imparare e che merita di essere onorata da tutte le generazioni che avranno la fortuna di potersi immergere in quel preciso frame dello spazio-tempo attraverso il suo perimetro.

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