Immobili commerciali: settore in ripresa

Buone notizie per chi ha intenzione di locare o vendere un immobile commerciale.

Il settore, infatti, stando alle stime del 2018 comunicate dagli esperti proprio quest’estate, sembrerebbe essere interessato da positive correnti di ripresa e picchi significativi, per quanto moderati, rispetto al passato.

Un dato da non sottovalutare se si considera l’entrata in scena degli e-commerce e delle compravendite online in generale che, a detta di tanti, hanno penalizzato moltissimo gli store fisici e gli sforzi dei piccoli ma anche grandi negozianti di tutta Italia (e del mondo intero); d’altro canto, locali di questo tipo non vengono presi in considerazione soltanto da chi ha intenzione di aprire dei punti vendita, ma anche, ad esempio, da futuri centri estetici, coiffeur, professionisti, artigiani e persino da uffici. Ma qui va fatta una precisazione.

Locali ed immobili commerciali: le differenze

Sebbene si tenda, spesso, a confondere le due tipologie di proposta, immobile e locale commerciale identificano due tipi di spazi diversi.

Il primo, in genere, denomina uno stabile costruito appositamente per l’usufrutto da parte delle aziende (dividendosi in varie aree, come quella produttiva, gli uffici, il magazzino etc); esempio perfetto ne sono i capannoni industriali. Il secondo, invece, è parte di un edificio dove altri immobili possono anche essere a carattere residenziale. Più specificamente, possiamo dire che, nella stragrande maggioranza dei casi, gli immobili siti ai piani degli stabili vengono generalmente adibiti ad uffici, mentre quelli al pian terreno sono destinati all’apertura al pubblico e, quindi, ad una connotazione più strettamente commerciale, ovviamente sempre nel rispetto delle limitazioni imposte dal condominio e/o dall’amministrazione comunale.

I dati

Fatta questa doverosa differenziazione, passiamo ai dati veri e propri.

Dopo un 2017 non propriamente positivo per il settore, nel 2018 si è finalmente registrata questa leggera ripresa, talvolta anche proprio grazie ai prezzi bassi provenienti dal periodo di crisi: l’Agenzia delle Entrate ha confermato una crescita del 4,6% delle transazioni di questo tipo.

Degli investitori, il 54,7% è composto da acquirenti intenzionati ad aprire negozi, mentre il 25,5% da interessati a capannoni che si frazionano, a loro volta, in un 64,7% di aspiranti locatari e un 35,7% di acquirenti veri e propri, con una richiesta altissima di metrature inferiori ai 1000 Mq e/o pari a 500 Mq.

Ma c’è di più; una notizia che potrebbe essere addirittura una vera e propria sorpresa: chi cerca soluzioni in zone industriali, spesso mira a investire sull’insediamento di attività artigianali. Insomma, anche in questo caso, si evidenzia come un settore che si reputava morto o, comunque, morente, sia, in realtà, più vivo che mai e in forte ripresa!

 

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