Cedolare secca: tutte le novità per i locali commerciali

Un tema molto scottante che preoccupa davvero tutti i proprietari di immobili di tipo C1, è quello della possibilità di applicazione della cedolare secca.

Tale possibilità era stata introdotta dall’art. 1, comma 59 della Legge di Bilancio 2019, per poi non essere rinnovata con la normativa fiscale vigente dal 1 Gennaio 2020; con l’emergenza coronavirus e la conseguente crisi economica che ha generato gravi perdite sia per i grandi esercizi commerciali che per i piccoli proprietari, si era pensato alla possibilità di prolungare la cedolare secca per dare un massiccio contributo economico alle aziende in crisi.

Vediamo ora insieme cos’è nello specifico la cedolare secca e quali sarebbe le eventuale agevolazioni.

Che cos’è la cedolare secca

La cedolare secca è un regime agevolato che prevede l’applicazione di un’imposta sostitutiva sul canone d’affitto concordato con aliquota al 10% e aliquota al 21% sul canone libero.

La cedolare secca consente ai proprietari degli immobili di pagare un’unica imposta sostitutiva di Irpef; quando si opta per tale regime è importante sapere che si rinuncia all’eventuale aggiornamento del canone di locazione in base all’indice dei prezzi ISTAT. Tale aggiornamento, anche se espresso nel contratto di locazione, diventa nulla se si accetta di stipulare la cedolare secca.

Per quanto riguarda le percentuali di aliquota, per i locali commerciali, l’unica cedolare secca applicabile è quella con aliquota 21%; possono usufruire della cedolare secca i proprietari di immobili che siano persone fisiche soggetto passivo IRPEF e i titolari di immobili che godono realmente dell’immobile. Non possono invece usufruire della cedolare secca i seguenti soggetti:

  • le società di persone anche se titolari di immobili
  • i soggetti IRES
  • gli enti non commerciali
  • i laboratori autonomi.

Permettere anche agli affitti dei locali commerciali la possibilità di adottare la cedolare secca, secondo Confedilizia , è una manovra davvero fondamentale dati i gravi danni economici subiti dai proprietari di piccole e grandi imprese durante il lockdown.

Questo perché i proprietari dei locali commerciali soggetti al canone d’affitto tradizionale può arrivare ad essere soggetto ad una tassazione che supera anche il 48% del canone, senza poi dover prendere in considerazione tutte le spese relative alle opere di manutenzione del locale, al pagamento dei dipendenti e dei fornitori e il pagamento delle tasse patrimoniale sulla propria attività.

In effetti, il motivo per il quale la stessa Confedilizia decise di applicare la cedolare secca alle attività commerciali, fu la paura che una tassazione troppo elevata avrebbe impedito l’apertura di nuove attività nonché la chiusura di molte piccole realtà.

Effetti della cedolare secca sugli immobili commerciali

Secondo i dati del Dipartimento delle Finanze, in Italia, gli immobili di categoria C1 sono quasi 810 mila di cui la metà sono sfitti. Certo, una tassazione elevata non è l’unica causa della grande quantità di locali sfitti, ma i benefici della cedolare secca sono davvero tanti, sopratutto per i locali del commercio al dettaglio che da anni si trovano a combattere con i grandi colossi on-line.

L’applicazione della cedolare secca sugli affitti commerciali potrebbe velocizzare i tempi di locazione dei negozi, e permettere l’affitto dell’enorme quantità di locali sfitti con il conseguente lustro delle città dove i centri storici sembrano sempre più abbandonati.

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