Radiatori VS riscaldamento a pavimento: chi vince?

I sistemi radianti stanno diventando sempre più diffusi nelle case degli italiani, grazie alla possibilità di poter riscaldare gli ambienti in maniera naturale, omogenea e uniforme, diffondendo il calore dal pavimento (e, quindi, dal basso), avendo anche la possibilità di personalizzare la temperatura stanza per stanza attraverso la domotica.

Abbiamo visto come questo tipo di soluzione intersechi diversi vantaggi: in primis la sostenibilità, poiché si tratta di un impianto che funziona a basse temperature e riduce al minimo gli sprechi; inoltre, tutto questo si traduce anche in un bel risparmio percentuale in bolletta che, nel tempo, va a ricoprire e superare di gran lunga l’investimento iniziale fatto, che tra l’altro può essere avvantaggiato da importanti ecoincentivi statali previsti per il miglioramento della classe energetica dell’immobile coinvolto. Una casa con un riscaldamento a pavimento, insomma, diventa anche maggiormente quotata sul mercato e ricrea un ambiente più salubre per soggetti allergici e bambini.

Vale quindi la pena soffermarsi sulla scelta migliore da operare, quando si decide di trasferirsi in una nuova dimora o si preventivano lavori di ristrutturazione.

Ma cosa c’è da sapere sul confronto con i radiatori di vecchia generazione?

Quanto conviene lasciare i termosifoni in casa, piuttosto che orientarsi su questo tipo di cambiamento? Cerchiamo di capirci di più.

Efficacia energetica

Il primo tassello da considerare è la questione degli spazi: i termosifoni – anche quelli più nuovi -, infatti, di certo hanno bisogno di occupare una certa area di determinate pareti, motivo che li rende ingombranti e decisamente poco “attraenti”, difficili da abbinare a qualunque tipo di arredamento (vengono spesso coperti da pannelli forati in legno che diano una certa continuità estetica); i sistemi radianti, invece, vengono inseriti all’interno di un incavo creato nel massetto dove, poi, si andranno a fissare le piastrelle, per cui sono praticamente invisibili ma, nonostante tutto, di facile e rara manutenzione, poiché le tubazioni sono realizzate in materiale plastico molto resistente che non è soggetto a ruggine o altri problemi collegati al passaggio dell’acqua.

Inoltre, attraverso i vecchi radiatori, la diffusione del calore avviene diversamente, poiché si devono raggiungere temperature molto più alte per far circolare un’aria calda uniforme nei vari ambienti, con uno sforzo maggiore della caldaia e, quindi, energetico, producendo costi maggiori in bolletta.

Si è stimato che già optare per una caldaia a condensazione (che adegui la temperatura in funzione di quella dell’ambiente esterno, sfruttando proprio la condensazione) si rivela un investimento efficace, con un risparmio anche del 20%, che diventa del 35% combinando quest’apparecchio con un riscaldamento a pavimento; la sua efficacia, infatti, verrebbe in parte sprecata se abbinata ad un sistema obsoleto.

Infine, un ultimo elemento da considerare è che i sistemi radianti sono utili anche d’estate, potendo provvedere al raffrescamento delle stanze… una potenzialità che, ovviamente, con i termosifoni non è contemplata.

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