Opera urbana imponente: parliamo della Galleria della Vittoria di Napoli

  • di Simona Vitagliano
  • 4 anni fa
  • Napoli
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Molti di noi la percorrono almeno una volta al giorno, immersi nella routine quotidiana degli impegni familiari, del lavoro e degli imprevisti che costellano le nostre settimane: lunga oltre mezzo chilometro, è lo snodo che collega Via Acton e Via Chiatamone. Parliamo, ovviamente, della Galleria della Vittoria di Napoli.

Vi siete mai chiesti quale sia la storia celata dietro quest’imponente tunnel?

 

Le origini: il regime fascista

La Galleria della Vittoria è considerata l’opera urbana più imponente d’Europa dei tempi del fascismo: fu aperta al traffico, infatti, nel 1929 e fece scalpore per le dimensioni (è lunga 609 metri, larga 36 e alta 22), le luci e la “tecnologia” che, per l’epoca, era decisamente all’avanguardia. Per realizzarla, il Comune di Napoli istituì un bando di gara pubblico: venne vinto dall’ingegner Monticelli, che inizialmente la immaginò come un tunnel con partenza in Via Serapide, con le relative difficoltà che avrebbero avuto i cittadini per raggiungerlo. È stato così che si è fatto avanti un secondo ingegnere, Michele Guadagno, che curò le modifiche al progetto e i relativi lavori. Tanti gli abbattimenti per il compimento di quest’opera: l’Arsenale Borbonico, le seicentesche rampe di collegamento verso Piazza del Plebiscito e il “Bastione Spagnolo” a ridosso della Torre Beverello del Maschio Angioino. Vennero ingaggiati, tra l’altro, anche altri professionisti, come Roberto Pane, autore della nuova facciata del Palazzo Banco di Napoli in via Toledo, che si occupò del fronte occidentale della galleria. I lavori terminarono definitivamente solo nel 1933 e non senza difficoltà: basti pensare alla pendenza del monte e allo scarico dei pesi degli edifici già costruiti su Pizzofalcone.

Contestualmente prese vita anche il Rione Galleria della Vittoria, progettato e realizzato dall’Istituto Case Popolari e armonizzato con il progetto di Pane.

 

Funzionalità

Con l’entrata in funzione della galleria, il traffico ne giovò sin da subito: già molto si era fatto a partire dal Risanamento, ma l’area risultava ancora molto congestionata e urgeva trovare una soluzione. D’altro canto, è una galleria che, come detto, migliaia di napoletani continuano a percorrere ogni giorno per spostarsi da un punto all’altro della città evitando lunghi giri e tagliando una bella fetta di caos urbano. Ma chi ha scelto, invece, il nome per questo importante punto di passaggio?

Non ci sono molte certezze al riguardo: secondo alcuni studiosi, sarebbe un omaggio (il terzo dopo quello fatto attraverso la Chiesa di Santa Maria della Vittoria del Cinquecento e quello della piazza su cui si affaccia) alla battaglia di Lepanto del 1571, quando l’Impero Ottomano venne definitivamente sconfitto dalla Lega Santa, la coalizione militare promossa da papa Pio V dopo il saccheggio di Nicosia (isola di Cipro) avvenuto proprio per mani ottomane.

 

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