Mutui in crescita: cosa fare?

  • di Maria Letizia Vigorito
  • 1 anno fa
  • Mutuo
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La crisi economica si fa sentire ancora una volta sull’aumento dei tassi sui nuovi mutui erogati dalle banche alle famiglie.

Secondo gli ultimi dati pubblicati dalla Banca d’Italia, i tassi di interesse comprensivi delle spese accessorie (Tasso Annuale Effettivo Globale, Taeg) sono cresciuti al 3,55% contro il 3,23% di ottobre. I tassi sulle nuove erogazioni di credito al consumo sono passati al 9,25% (8,93% nel mese precedente), mentre i tassi di interesse sui nuovi prestiti alle società non finanziarie sono stati pari al 2,94% per cento (2,54% nel mese precedente).

Secondo un’analisi diffusa da Facile.it, nell’ultimo anno le rate di un mutuo medio a tasso variabile sono aumentate del 36%, passando da 456 euro a 619 euro al mese. Prendendo in esame un finanziamento a tasso variabile da 126mila euro in 25 anni, sottoscritto a gennaio 2022, a distanza di 12 mesi il mutuatario paga oggi una rata di oltre 160 euro in più rispetto a quella di partenza, con un tasso di interesse (Tan) che è passato da 0,67% a 3,33%.

Inoltre anche i tassi variabili aumenteranno con conseguenze inevitabili anche sulle rate dei mutuatari.

Guardando alle aspettative di mercato (Futures sugli Euribor), gli esperti prevedono che entro giugno 2023 l’Euribor a 3 mesi cresca ancora di quasi 1 punto e mezzo, andamento che porterebbe la rata mensile del mutuo preso in esame a 718 euro, oltre 260 euro in più rispetto a quella sottoscritta a gennaio 2022.

Ma quindi cosa è opportuno fare per contrastare il problema dei mutui in crescita?

Si può pensare alla rinegoziazione o alla surroga del mutuo. Vediamo nel dettaglio di cosa si tratta.

La rinegoziazione del mutuo

Come dice appunto la parola la rinegoziazione del mutuo prevede il passaggio a delle condizioni migliori per il cliente che dovranno essere approvate dall’istituto di credito con cui si è stipulato il mutuo.

Nel caso di un passaggio da un tasso variabile a un tasso fisso, andranno sicuramente considerati i costi e i benefici dell’operazione, in riferimento anche alla durata del mutuo e alla sostenibilità della rata mensile.

L’obiettivo, in questo caso, è quello di pagare un costo, un tasso sicuramente più alto di quello variabile, a fronte del beneficio di evitare il rischio di maggiori rincari futuri.

Con la richiesta di rinegoziazione non si estingue il mutuo precedentemente stipulato né si annullano le garanzie fornite dalla banca. Si tratta soltanto di un modo per modificare le condizioni e adeguarle alle nuove esigenze.

I vantaggi della rinegoziazione riguardano l’assenza di spese e della presenza del notaio e non ci sono ulteriori commissioni né nuovi costi da sostenere nel futuro.

La surroga del mutuo

E’ un’operazione che, al contrario della rinegoziazione, consente di sostituire il mutuo esistente con un altro nuovo, a condizioni diverse, presso un’altra banca.

Secondo la legge Bersani, del 2007, le banche non possono chiedere commissioni e non ci sono spese da sostenere. L’unica è il pagamento della tassa di iscrizione della surrogazione nei Registri immobiliari, pari a 35 euro.

Secondo la legge: “non possono essere imposte al cliente spese o commissioni per la concessione del nuovo finanziamento, per l’istruttoria e per gli accertamenti catastali, che si svolgono secondo procedure di collaborazione tra intermediari improntate a criteri di massima riduzione dei tempi, degli adempimenti e dei costi connessi”.

La somma erogata dalla nuova banca non può però superare l’importo del debito residuo. A fare la differenza sono, ovviamente, le condizioni proposte dalla nuova banca.

Nel caso del passaggio dal tasso variabile al tasso fisso, andranno confrontate le proposte di diverse banche sul mercato.

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