Come cambia il valore immobiliare a seconda del clima

Il mercato immobiliare non è immune ai cambiamenti climatici ma, anzi, subisce notevoli variazioni che vanno di pari passo con essi.

Potrebbe sembrare un’affermazione capziosa ma, in realtà, ci sono motivi molto solidi alla sua base.

Andiamoli a scoprire.

Zone costiere: il fenomeno dell’erosione

Il primo ambito che viene facile da esaminare è quello costiero: molte abitazioni perdono valore in questi contesti quando ci sono forti e decretati rischi di alluvioni, inondazioni, erosioni a causa dell’acqua salata o persino tsunami (che non è il caso italiano, almeno per il momento). Come si traduce tutto questo in termini pratici? Più sale il livello del mare, più scende il valore immobiliare.

Lo hanno sperimentato già in Inghilterra (con un danno di ben 260 milioni di sterline l’anno, quasi 9mila proprietà immobiliari a rischio per erosione e 520mila per inondazioni). Uno scenario che sembra apocalittico: eppure, tutte le coste europee manifestano crescenti tassi di erosione, comprendendo anche la costa italiana (lunga circa 7.500 chilometri) con un 42% già in stato di erosione, in un panorama socio-economico in cui urbanizzazione selvaggia e turismo in aumento (che sarebbe una buona notizia, se solo si agisse con consapevolezza) diventano un problema in più da gestire e persino peggiorativo.

Le contromisure

Al momento, sono le catene alberghiere con proprietà immobiliari costiere a mostrare un comportamento più consapevole dinanzi a questa situazione che, per certi versi, è tutta nuova, prendendo contromisure attive riguardo i propri edifici e potendo contare su polizze assicurative che, però, non sempre coprono sia i danni da inondazioni che quelli da calamità naturali e imprevedibili. La mancanza di risposte concrete da parte del settore degli investimenti immobiliari, quindi, si traduce per tutti i Paesi della UE con un abbassamento repentino del valore delle abitazioni site in tutte le zone a rischio, poiché non esiste ancora una risposta preventiva o risolutiva per la questione. D’altro canto, dove la costa erode non c’è molto da fare e la sensazione resta di impotenza dinanzi a quei cambiamenti climatici importanti che rendono molte coste quasi invivibili d’inverno, con venti estremi, fiumi che esondano, livelli di laghi e mari che si innalzano pericolosamente…

Nuove tecnologie: cercasi risposte

Se, per il momento, non esistono grandi risposte in quanto a contromisure da attuare, molto si sta sfruttando la tecnologia per fornire dei dati sempre più precisi: l’intento è valutare al meglio i possibili rischi attraverso delle piattaforme ad hoc capaci di raccogliere informazioni e persino di fare simulazioni.

Anche per il Belpaese è previsto un considerevole aumento dell’impegno nella gestione di questo tipo di contingenza attraverso pianificazioni e investimenti mirati proprio alle zone costiere anche grazie al Tavolo Nazionale sull’Erosione Costiera (TNEC), nato per seguire le regolamentazioni europee, che si propone proprio di stabilire le linee guida per la difesa della costa dai fenomeni di erosione e dagli effetti dei cambiamenti climatici.

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