Smart working: la casa diventa flessibile

Sempre più richiesto ed apprezzato all’estero, lo smart working sta diventando una realtà molto consolidata anche in Italia (con i dovuti tempi di “assestamento”: i cambi radicali, nel nostro Paese, vengono sempre inglobati in maniera graduale).

Se fino a qualche tempo fa lavorare da casa era un sogno irrealizzabile di molti, oggi, anche grazie all’avvento delle professioni digitali, è sempre più facile ritrovarsi a chiacchierare con persone che hanno fatto questo tipo di scelta di vita: talvolta sono posizioni “miste”, che prevedono una serie di ore da completare in ufficio ed il resto in autonomia, altre sono completamente svincolate da appuntamenti fissi e uniscono persino professionisti molto lontani attraverso la rete.

Un dato da tenere in chiara considerazione anche nel settore immobiliare, poiché i liberi professionisti sono proprio quelli che cercano la casa perfetta per essere accogliente anche sotto il profilo “ufficio”. Negli USA, anzi, secondo una ricerca, questo tipo di richiesta è praticamente quasi la regola.

Un mondo che cambia

Essere aggiornati ed offrire l’incontro perfetto tra domanda e richiesta significa anche questo: cavalcare i cambiamenti e, se possibile, addirittura predirli.

Lo smart working, in fondo, ha così successo perché conviene a tutti: l’azienda può risparmiare almeno parte delle spese per l’affitto, le bollette ed alcune tasse sui propri indipendenti, mentre il lavoratore può continuare ad esercitare la propria professione comodamente da casa, nei propri spazi e nei propri tempi, potendo dedicare anche più tempo alla famiglia e al proprio tempo libero; che non è poco!

In America questo cambio radicale del mondo del lavoro e dell’intero lifestyle delle persone sta trovando una soluzione anche in spazi di co-working da condividere tra inquilini e coinquilini: se restare chiusi nelle 4 mura domestiche, qualche volta, può essere anche alienante, un locale esterno ma comune da sfruttare in contemporanea è un’altra risposta funzionale alle nuove esigenze dei clienti.

L’impatto sulla vita degli smart workers, tra l’altro, è incoraggiante: non solo si è stimato che questa “libertà” (che non prescinde, ovviamente, dalle responsabilità ma, anzi, le amplifica!) aumenti la produttività e la resa, ma anche che i dipendenti si sentono più appagati e più propensi a spendere, poi, parte del tempo libero fuori casa, invertendo quel trend che voleva sempre più Millennials finire le proprie giornate appollaiati sul divano a fare binge-watching con le serie Tv.

La casa, insomma, si sta rivoluzionando e sta acquisendo una nuova concezione.

Qualche tempo fa parlavamo delle caratteristiche più richieste dai potenziali acquirenti di un immobile, che erano luminosità e posizione; dati ancora validi, ma a cui vanno affiancati necessariamente anche altri elementi, come il livello di comfort, l’isolamento acustico tra le camere (almeno per quanto riguarda quella adibita a studio) e la tranquillità circostante che consenta la concentrazione giusta per poter lavorare senza pensieri, ogni giorno, comodamente dalla propria postazione domestica.

Insomma, stiamo diventando sempre più flessibili, non solo dal punto di vista lavorativo, ma anche nelle scelte di vita: la facilità con cui si pensa di cambiare casa, nel riscontrare qualità migliori in un altro immobile rispetto al proprio, pare sia sempre più radicata in chi vive di smart working.

 

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