Rumori in condominio, ci pensa il regolamento

Non esiste ancora una legge che stabilisce da quale orario della giornata non si può più fare rumore dentro la casa in condominio. Il regolamento di condominio può però stabilire precise pause orarie entro le quali si considerano interdette determinate attività, come per esempio, le esercitazioni allo strumento musicale dei figli. L’unico vincolo da rispettare, in qualsiasi fascia della giornata, è la cosiddetta “normale tollerabilità” dei rumori.
Ovviamente, in questo la legge lascia ampio spazio al giudice di definire cosa si possa considerare “normalmente tollerabile” e cosa, invece, non lo sia. E, di certo, il momento del giorno in cui il rumore viene propagato è certamente importante per definire anche la tollerabilità del rumore stesso. È chiaro, per esempio, che un frullatore o un asciugacapelli acceso puntualmente alle 3 di notte può essere molesto più di quanto non lo sia a mezzogiorno.
In genere, il giudice nomina un consulente tecnico che, con una perizia fonometrica, valuti se un determinato rumore sia tale da recare disturbo ai condomini.
Secondo tuttavia la Cassazione, la perizia non è necessaria e il giudice è libero di basarsi su altri elementi acquisiti come prove agli atti del processo, se questi sono sufficienti a convincerlo che vi sia stato il superamento dei limiti di tollerabilità.
La valutazione del criterio della normale tollerabilità viene, di norma, effettuata con parametri riferibili alla media sensibilità delle persone che vivono nell’ambiente ove i rumori fastidiosi vengono percepiti. È del tutto irrilevante l’eventuale assuefazione di altre persone, che abbiano giudicato non molesti i rumori stessi.
In ogni caso, si ritiene che i rumori o i suoni provenienti da altre unità immobiliari si possano considerare di disturbo delle normali attività materiali e intellettuali quando superano il rumore di fondo riscontrabile in una data abitazione di oltre tre decibel.

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