Condono edilizio 2015: in Campania vengono riaperte 300.000 pratiche

Il concetto di condono è uno dei cardini più importanti del diritto italiano. Tra tutte le tipologie di condono quello edilizio è sicuramente il più conosciuto e  consiste,  in un provvedimento legislativo che previa autodenuncia, permette di annullare un reato commesso eliminando le conseguenze penali dovute all’azione “abusiva”.

Le pratiche di condono edilizio, visto l’enorme mole di illeciti compiuti nel nostro paese, vengono regolate dalle singole regioni che, hanno potere organizzativo e decisionale.

Ebbene, oggi 6 luglio, la Corte Costituzionale con sentenza 117 del 25 giugno ha respinto il ricorso del governo Renzi contro la Regione Campania, che nell’agosto del 2014  aveva deciso di concedere ai Comuni fino al 31 dicembre del 2015,  per risolvere tutti i casi relativi ai condoni che andavano dall’anno 1985 al 1994: più di 300.000 pratiche, stando a quanto dichiarato da Salvatore Visone, presidente dell’Ordine degli Architetti di Napoli. La regione Campania aveva inoltre stabilito che i Comuni avrebbero dovuto dire si a tutti gli abusi, a patto che questi fossero stati commessi al di fuori delle aree in cui era stata dichiarata “l’assoluta inedificabilità”.

Tale importante decisione porterà con se altrettante importanti conseguenze, come la chiusura delle pratiche giacenti da trenta anni, la regolarizzazione degli abusi, e la possibilità riacquistata dai proprietari di poter vendere o ricomprare. Per dare ai Comuni le condizioni ottimali per fare in pochi mesi quello che non hanno fatto in anni, la regione ha dato il via “all’autocertificazione”, che dovrebbe snellire di molto i tempi di chiusura delle pratiche.

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