Affitto: quando la caparra può essere trattenuta per risarcire i danni?

Dopo la questione dei panni stesi, dei rumori molesti e dello stalking condominiale, la Cassazione torna a pronunciarsi su questioni immobiliari, stavolta inerenti a dispute per la restituzione o meno  del deposito cauzionale.
Come tutti ben sappiamo, quando si affitta una qualsiasi cosa, si è soliti dover pagare la cosiddetta caparra, in modo che la concessionaria da cui abbiamo noleggiato l’auto o il proprietario dell’appartamento o della casa, si ritrovi con la possibilità di poter coprire eventuali canoni non pagati, o nel caso di nostro interesse, i danni all’appartamento.

Ebbene, quest’ultima pratica è da considerarsi illegale, in caso non avvenga sotto la supervisione di un giudice, che fissi l’importo da pagare per i danni in questione. Ma, facciamo un caso concreto.

Decurtazione della caparra in caso di danni all’appartamento, a decidere deve essere il giudice

Mettiamo che Luca affitti a Paolo una casa arredata  e completa di tutti gli attrezzi da cucina necessari ( pentole, piatti, bicchieri ecc…). Al momento della stipula del contratto Paolo versa il deposito cauzionale richiesto di 1000€ e, alla scadenza di questi Luca nota che mancano diversi piatti, e che una tenda e il tappeto sono sporchi.
Decide quindi di trattenere una parte della caparra per coprire le spese della tintoria, e per  l’acquisto di nuovi piatti.
Per Paolo bastano 100 € per riuscire a fare tutto, mentre Luca insiste a volerne trattenere 200€, garantendo che presenterà le relative ricevute.

Come si risolve la questione?

Stando a quanto deciso dal Tribunale di Roma, basandosi su una sentenza della Cassazione, l’ammontare dei danni da risarcire non può essere deciso da nessuna delle due parti in questione: a deliberare sulla questione deve essere un giudice, in caso contrario, il padrone di casa è passivo di un’accusa per appropriazione indebita. In caso tale giudizio non venga avviato, e il locatore continui a rifiutarsi di restituire la caparra,  sarà il locatario a potersi rivolgere alle autorità per ottenere la restituzione del denaro, anche tramite decreto ingiuntivo.

 

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