Storia della Biblioteca Statale Oratoriana dei Girolamini

  • di Domenico Modola
  • 2 anni fa
  • Napoli
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Il centro storico di Napoli, oltre ad essere uno dei più estesi d’Europa è un vero e proprio scrigno, all’interno del quale bisogna girare a fondo per carpire tutti i segreti di cui è depositario. Tra le infinite bellezze della città, si annovera anche la Biblioteca Statale Oratoriana dei Girolamini, un vero e proprio tempio per gli amanti della cultura, che è purtroppo ancora oggi, oggetto di numerosi interventi di restauro e messa in sicurezza. Anche se chiusa al pubblico per visite guidate, si prevedono delle aperture straordinarie durante l’anno, come accaduto nel 2021 durante le Giornate Europee del Patrimonio.

Alla scoperta della Biblioteca

La Biblioteca Statale Oratoriana dei Girolamini è parte integrante del complesso dei Girolamini, ed è accessibile dalla centralissima via Duomo. Il complesso invece affaccia su piazza dei Gerolomini, e presenta una facciata oggetto di lunghi lavori di restauro. Il complesso vide le proprie origini in una data imprecisata tra la fine del ‘500 e la prima metà del ‘600, ma nel corso dei secoli ci sono stati molti interventi per ampliarne il perimetro ed arricchirne la struttura. Nel 1866 poi, con l’avvento del Regno d’Italia, la Bibilioteca al suo interno divenne museo nazionale. La Biblioteca venne ridisegnata nel ‘700 circa dall’architetto Arcangelo Guglielmelli e riaperta nel 1727.

Cosa vedere nel complesso: la Biblioteca dei Girolamini

Sicuramente a destare maggior interesse è la celebre biblioteca di cui sopra, la quale vanta una sconfinata esposizione di volumi antichi e pregiatissimi, tenuti con cura e prestigio. Sulla Biblioteca si hanno informazioni più precise in merito alla sua inaugurazione: ha aperto i battenti nel 1586. I libri presenti risalgono con ogni probabilità a periodi storici molto vari; secondo molti infatti, ci sarebbero anche testi importanti, realizzati anche prima della costruzione stessa della Biblioteca e trasportati sul posto solo successivamente. Secondo le stime, ci sarebbero circa 159.700 titoli tra cui 94 incunaboli e 5000 cinquecentine. Il patrimonio librario contenuto al suo interno, deve la sua vastità anche ad una serie di collezioni private passate poi in mano alla Biblioteca. Tra queste sicuramente si annovera la collezione di Giuseppe Valletta, filosofo settecentesco, la cui collezione ammontava a circa 18.000 libri. I libri custoditi trattano temi di storia cristiana, teologia, filosofia, storia antica e storia dell’Europa.

La struttura

Il complesso dei Girolamini, la Biblioteca Statale Oratoriana e tutte le altre realtà presenti nel complesso, tra cui la chiesa monumentale e la quadreria, sono dei veri e propri capolavori artistici. Anche se lo stesso complesso è stato più volte oggetto di lavori e rimaneggiamenti, gli interni conservano ancora grandi testimonianze del tardo manierismo romano e napoletano, che lasciano il posto, solo in alcune parti ad altre correnti artistiche come il barocco o il naturalismo. All’interno della Biblioteca, finemente decorata, ci sono delle opere molto importanti, tra cui gli affreschi di Pietro Bardellino.

Successo, decadimento, ripresa

Fin dalla sua inaugurazione la Biblioteca dei Girolamini è stata pensata per una fruizione pubblica, come biblioteca al servizio di chiunque volesse accedervi. Il suo successo poi è dovuto al fatto che alcuni intellettuali del passato l’hanno visitata ed hanno consultato i suoi testi. Il più famoso fu sicuramente Giambattista Vico, il quale, si racconta, era solito trascorrere molte ore al giorno al cospetto di quei volumi. La Biblioteca poi ha conosciuto un periodo di decadenza ed abbandono, iniziato con il terremoto del 1980. A seguito del sisma, i locali interni del complesso vennero utilizzati come ricovero per gli sfollati, ma da allora iniziò un lento percorso che solo negli ultimi tempi ha visto la luce. Il complesso dei Girolamini è visitabile, ma la sua celebre Biblioteca resta di fatto chiusa al pubblico. Proseguono i lavori all’interno della struttura, ma non si esclude che al termine degli stessi, la Biblioteca possa di nuovo essere aperta e visitabile dai turisti. Durante l’anno sono previste delle aperture straordinarie, a seconda degli eventi in programma.

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