Nisida: l’isola di Napoli collegata alla terraferma

  • di Daniela de Cicco
  • 3 anni fa
  • Napoli
  • 1

Napoli, città calorosa di mare e di sole; un luogo incantevole da vivere fino in fondo, per scoprirne l’anima, le rare bellezze, i paesaggi ed i luoghi nascosti.

È con queste parole che vogliamo introdurre la storia e la leggenda di una delle isole più emblematiche di Napoli: Nisida.

Parte integrante del territorio comprendente la piana di Coroglio, la collina di Posillipo e tutta la zona dei Campi Flegrei, Nisida è un’isola bellissima che racchiude in sè una storia fatta di personaggi storici, militari, congiure, prigionia e tanto tanto mare.

Al contrario di quel che si pensa, Nisida non è un pezzo di roccia distaccatosi dalla vicina collina di Posillipo ma bensì, è la parte emersa di un vulcano della vicina spiaggia di Coroglio con un’estensione di 30 ettari circa, una circonferenza di 2 km ed un’altezza di 109 metri sul livello del mare.

La storia

Chiamata dagli antichi Nesis ( isola) e Nesida ( piccola isola). è citata nell’Odissea con il nome di isoletta delle capre, il luogo dove si fermò Ulisse poco lontano dal paese dei Ciclopi.

Data la sua bellezza, fatta di ricca e folta vegetazione e di un panorama mozzafiato, in epoca classica, ci costruì una villa Lucio Licinio Lucullo, che diventò famosa per le feste e le cene che si svolgevano ripetutamente al suo interno.

Ma Lucullo non fu l’unico ad usufruire delle bellezze di Nisida infatti, aveva la sua villa sull’isola anche Marco Giunio Bruto che proprio da qui, insieme a Cassio, organizzò la congiura contro Cesare. Dopo l’assassinio, Bruto si ritirò a Nisida nell’estate del 44 a.C. ed ebbe la visita di Cicerone, con cui ebbe lunghi colloqui sulla situazione politica e la azioni da intraprendere.

Nel XV secolo la regina di Napoli, Giovanna II d’Angiò edificò qui una villa che man mano prese le dimensioni di un castello per contrastare gli attacchi della flotta di Luigi II d’Angio. In seguito venne edificata anche la torre di guardia costiera dell’isola che proclamò Nisida caposaldo della difesa napoletana.

Giovanni Piccolomini, figlio di Giovanna d’Aragona, acquistò Nisida e ristrutturò il castello, dopo di lui, si succedettero diversi proprietari:

  • Pietro Borgia, principe di Squillace
  • Matteo di Capua, principe di Conca
  • Vincenzo Macedonio, marchese di Roggiano.

Nel periodo dei Borboni, nel XVII secolo, l’isola venne acquistata per farne una riserva di caccia; in seguito Gioacchino Murat, trasformò la torre di guardia in un penitenziario, da qui venne scritta la storia di prigonia che ancora caratterizza l’isola.

Durante il periodo fascista, il bagno penale costruito sul castello intorno al 1847,  venne trasformato in Riformatorio Giudiziario Agricolo, e poi in Casa di rieducazione. Questo è il periodo in cui l’isola venne collegata alla terraferma con una diga di cemento.

La leggenda

Come ogni luogo misterioso, difficile da visitare e principalmente inarrivabile, anche la nostra isola porta con sè una leggenda, una romantica leggenda.

 La leggenda di Nisida e Posillipo parla di un sentimento impossibile, due animi costretti a guardarsi ripetutamente ma mai a toccarsi. Posillipo, secondo la tradizione mitologica, era un giovane bello e gentile, con un animo molto nobile ma tormentato dal fatto che Nisida non ricambiasse il suo amore. Nisida, dal suo canto era una fanciulla dalla bellezza inarrivabile ma con un animo freddo e glaciale.

L’amore spassionato che il giovane Possilipo nutriva per la rigida Nisida, non riuscì a scalfire il cuore di quest’ultima tanto che il giovane decise di porre fine alla sua esistenza gettandosi in mare. Il Fato intervenne sulla tragica fine e trasformò il ragazzo in uno splendido promontorio bagnato dalle acque del Golfo di Napoli. Anche Nisida rassegnata al suo destino, mutò l’aspetto in un’isola condannata all’eterna solitudine.

Oggi, il concetto di solitudine e prigionia viene perpetuato dall’esistenza di un Istituto Penale Minorile insediatosi sull’isola nel lontano 1934.

Un Istituto Penale Minorile che opera con i ragazzi in una maniera eccellente, sperimentando continuamente nuove soluzioni per la rieducazione ed il reinserimento dei minori nella società.

Possiamo definire Nisida una vera e propria isola che non c’è napoletana, collegata alla terraferma ma con un’anima indipendente che continuna ad affascinare da secoli tutti quelli che la circondano.

Se hai bisogno di ulteriori informazioni o necessiti di una consulenza immobiliare, clicca qui per contattare la Leonardo Immobiliare.

Partecipa alla discussione

Compare listings

Confrontare