Le rampe del petraio, un percorso alternativo per attraversare Napoli

  • di Mutart
  • 2 anni fa
  • Napoli
  • 1

Sicuramente tra i luoghi più suggestivi del capoluogo partenopeo, il Petraio è una zona del quartiere del Vomero. Il nome deriva dal fatto che la zona era spesso utilizzata per trasportare le pietre giù dalla collina tramite l’acqua piovana, ben prima della costruzione delle scale. Per questo motivo, la zona era nota ai napoletani come l’Imbrecciata.

Pur essendo stato citato in molteplici opere artistiche, come nel romanzo di Nicola Pugliese “Malacqua” e il celebre film di Nanni Loy  “Le Quattro Giornate di Napoli”, il Petraio è una parte della città poco conosciuta, soprattutto dai turisti. Al contempo, però, è ricca di bellezze da ammirare. Particolarmente caratteristiche sono le rampe: 503 gradini che uniscono la parte più alta di Napoli a quella più bassa. In mezzo, un tragitto straordinario, fatto di paesaggi incantevoli e vicoletti ricchi di storia. Scopriamo insieme questo meraviglioso angolo della città. 

La storia delle rampe del petraio 

Spostarsi in città da un capo all’altro oggi è molto semplice grazie ai mezzi pubblici. Fino a pochi decenni fa, però, era molto più complicato. Per questo motivo in più parti della città si possono trovare delle vere e proprie rampe che collegano la parte collinare e la zona più bassa di Napoli. Tra le più note c’è senza dubbio la Pedamentina, la rampa di scale che da San Martino porta fino ai Quartieri Spagnoli. Tuttavia, esiste anche un’altra via, rappresentata dalla rampe del Petraio. 

La loro costruzione è iniziata a cavallo tra il XVI e il XVII secolo attraverso l’utilizzo dei ciottoli derivanti dalle piogge. I lavori iniziarono per collegare il neonato quartiere di Chiaia con il Vomero. Mentre in passato, le case che costruite lungo le rampe erano abitate principalmente da lavandaie e pastori, nel corso degli ultimi due secoli, la zona ha vissuto un profondo cambiamento, attirando l’attenzione di numerose famiglie ricche della città. Da allora, le rampe iniziarono ad ospitare delle villette in stile Liberty. 

Il percorso delle rampe del Petraio 

Il punto da cui iniziano le rampe, se partiamo dalla parte bassa, è un luogo posizionato vicino alla fermata della funicolare centrale su Corso Vittorio Emanuele, poco distante dal Suor Orsola Benincasa. Proprio vicino all’Università si può ammirare una targa con su scritto “Salita del Petraio che mena a S. Martino, Vomero e Antignano”. Salendo per il primo dei 503 gradini si può già assistere ad una vista spettacolare sulla città, che si estende su tutto il Golfo di Napoli. 

Lungo il sentiero, oltre ai caratteristici bassi napoletani, si possono trovare anche le “edicole sacre”, ovvero degli altarini nati per omaggiare i defunti e i personaggi della tradizione religiosa. In città ce ne sono tantissime, alcune delle quali hanno un carattere decisamente più laico, come quelle dedicate al mito del calcio Diego Armando Maradona. 

Inoltre, ci si imbatte in balconi adornati di fiori tipici delle villette stile Liberty che caratterizzano il percorso. Tra queste, vanno menzionate Villa Santarella e Palazzo Mellucci. La prima è nota anche per aver dato il nome ad una famosa commedia di Eduardo Scarpetta, ‘Na Santarella. Palazzo Mellucci è invece una struttura storica costruita tra il XVIII e il XIX secolo. Durante i secoli ha ospitato numerosi personaggi storici di grande importanza, tra cui Domenico Cattaneo, Gaetano Filangieri e persino Giuseppe Garibaldi. 

Le rampe terminano nei pressi della Certosa di San Martino, in via Caccavello. Il sentiero quindi serve a collegare non solo due zone diverse dal punto di vista morfologico, ma anche due anime della città partenopea profondamente differenti. Inoltre, in passato il Petraio rappresentava anche un collegamento tra i due castelli più importanti della città, il Castel Sant’Elmo e il Castel dell’Ovo.

Partecipa alla discussione

Compare listings

Confrontare