La storia da scoprire del Parco Sommerso di Baia

  • di Domenico Modola
  • 2 anni fa
  • Napoli
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Quando si parla di Napoli, il mare la fa da padrone. Oltre alle bellezze del centro storico, la città dà il meglio di sè lungo la fascia costiera. Lì tra un vasto patrimonio storico, artistico e culturale, si può ammirare il Golfo di Napoli, tra i più belli al mondo, con un mix di colori e paesaggi naturalistici da mozzare il fiato. Le testimonianze del passato sono ancora visibili e le tracce oggi vengono raccolte nei musei, tra i più imporanti della città. Uno dei luoghi in cui arte e natura si fondono insieme, è il Parco Sommerso di Baia, un luogo di rara bellezza e di inestimabile valore archeologico.

Il Parco Sommerso di Baia: le caratteristiche

Si trova a Bacoli, non lontano dalla baia di Pozzuoli; consiste in una vasta area archeologica, che a differenza delle altre è quasi del tutto sommersa. L’area sorge nel Parco Archeologico di Baia, in una zona in cui la collina va a degradare verso il mare. Si tratta di un luogo di straordinaria bellezza, scelto persino dagli antichi patrizi romani per la salubrità dell’aria e la bellezza del paesaggio, nonchè per la vasta presenza di sorgenti termali. La particolarità dell’area è rappresentata dal fatto che molti tesori archeologici sono stati sommersi dal mare, a causa di fenomeni di bradisismo. Questo ha fatto sì che i reperti venissero conservati in buone condizioni dalle acque marine, cosa che li rende ancora visitabili.

I reperti archeologici

Un tempo, in quest’area c’era una zona vacanze delle famiglie imperiali romane. Probabilmente la zona pullulava di ville lussuose e questo, lo si deduce dai reperti sommersi. Il bradisismo ha fatto sì che ciò che resta di quelle costruzioni, oggi si trovi sotto il livello del mare, precisamente tra Punta Epitaffio ed il promontorio del Castello di Baia. Colonne, oggetti e resti vari, giacciono tra i 5 e i 7 metri sotto il livello del mare, e costituiscono la principale attrazione turistica di questa parte di Napoli.

La storia del Parco Sommerso

Sostanzialmente, dopo il periodo fastoso degli antichi romani, l’area del Parco Sommerso di Baia è caduta un pò nel dimenticatoio, fermo restando l’attrattività turistica delle bellezze del paesaggio. Qualcosa è poi cambiato durante gli anni ’40, quando la vita del Parco è in un certo senso ricominciata. Durante la Seconda Guerra Mondiale infatti, grazie ad operazioni militari aeree venne rivelato, nelle acque antistanti il Lago Lucrino, una parte dell’area archeologica, quella dell’antico Porto Julius. Negli anni ’60 poi partì la prima campagna di rilevamenti archeologici, che portò alla luce un tesoro inestimabile. Nella zona di Punta Epitaffio, venne trovata una strada basolata posta a circa 6 metri di profondità. Lungo la strada, erano presenti i resti di alcuni edifici di lusso. Uno di essi, venne identificato negli anni ’80 come la villa ninfeo dell’Imperatore Claudio. Altri edifici poi, propendevano verso il mare, mentre altri ancora vennero ritrovati a 400 metri di distanza dalla costa, assieme ad alcuni piloni che dovevano servire a delimitare il limite della costa dell’epoca.

Il Ninfeo dell’imperatore

Si tratta di una sontuosa villa che costituisce il fiore all’occhiello del Parco Sommerso di Baia. All’interno sono custodite un bel pò di opere scultoree di grande valore. Le attività di recupero e restauro di tali opere partirono solo nel 1997, con l’esportazione delle statue all’interno del Castello di Baia. Oggi, il castello ospita il Museo con la Sala del Ninfeo, in cui è stata ricreata l’aerea in cui sorgeva la villa. Oggi la zona del Parco Sommerso di Baia è divenuta Area Marina Protetta ed è tutelata da associazioni che effettuano anche delle visite guidate per i tanti turisti, curiosi di ammirare una zona unica al mondo.

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