Cimitero delle Fontanelle di Napoli: storia e curiosità

  • di Domenico Modola
  • 2 anni fa
  • Napoli
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Napoli è una città stupenda ed unica nel suo genere. Non sono solo i paesaggi, le opere d’arte e i monumenti a renderla tale, ma anche le infinite caratteristiche che la distinguono da altre città. Anche la religione, ad esempio, a Napoli assume un aspetto ignoto, particolare, laddove le antiche usanze pagane si fondono con gli elementi più tipici della fede cristiana. Una serie di rituali ed usanze, hanno dato vita ad una delle mete più tipiche dell’itinerario esoterico di Napoli: il Cimitero delle Fontanelle. Si tratta di una grotta in cui riposano decine di teschi dalle origini poco chiare, mentre sul luogo circolano una serie di storie e racconti affascinanti.

Informazioni sul Cimitero delle Fontanelle

Il Cimitero è un ossario in cui sono conservati i resti di circa 40.000 defunti di cui non si conosce l’identità. Il posto è collocato lungo via Fontanelle, tra il rione Sanità e Materdei. La via prende questo nome perchè un tempo in loco erano presenti delle splendenti fonti d’acqua limpida, utili a tutta la popolazione. Oggi nella grotta ha luogo uno degli itinerari più intriganti di Napoli, adatto a chi ama un pò il mistero, ma che comunque non dovrebbe mai mancare in una visita turistica alla città. I resti ossei che ospita il Cimitero delle Fontanelle sono anonimi, ma pare che gli stessi appartengono alle persone decedute durante la peste che colpì Napoli nel 1656 e durante l’epidemia di colera del 1836.

Le anime pezzentelle

Il Cimitero delle Fontanelle è diventato famoso, turistico e noto al grande pubblico, soprattutto per la risonanza mediatica ottenuta dal cosiddetto rito delle “anime pezzentelle”: un rituale tutt’ora in voga, che consiste in una vera e propria “adozione”, da parte di un cittadino, di uno dei teschi del Cimitero. Praticamente i fedeli che giungono al cimitero, scelgono uno dei teschi come destinatario delle proprie preghiere e lo adottano, ripulendolo dalla polvere, curandolo e, magari adornandolo con fiori, teche e decorazioni. Con questo rituale, il fedele chiede protezione all’anima che risiedeva in quel teschio e ad essa si affida per la sua vita. Ogni cranio, che a Napoli viene chiamato “capuzzella”, viene considerato come proprio e preso in cura. Si tratta di uno scambio reciproco, perchè quelle anime risiedono lì da tempo, senza preghiere, quindi abbandonate, e quindi ancora, “pezzentelle”.

Il luogo

La fortuna del Cimitero delle Fontanelle è anche il luogo in cui sorge: un vallone naturale nella Sanità, luogo cardine della cultura e del folklore napoletano. Anticamente qui finivano le mura della Napoli greco-romana e la grotta era considerata già all’epoca come una necropoli in cui riporre i defunti; una necropoli pagana prima e cristiana poi. Al suo interno, c’è un’aria di mistero ma senza omettere un valido significato storico: lì dentro infatti, riposano i defunti di almeno 4 secoli, in quanto la grotta servì da tomba per quanti non potevano permettersi una degna sepoltura, ma anche per i tanti periti in seguito alle epidemie.

Il significato del Cimitero delle Fontanelle: storia e leggende

Al contrario di come possa sembrare, il Cimitero delle Fontanelle non ha un significato prettamente triste e mesto nel cuore dei Napoletani. Il Cimitero ha un valore storico, che segue di pari passo le vicissitudini della città. In primo luogo è stato luogo di sepoltura di malati e poverelli, poi ha ospitato i resti delle persone seppellite nelle “terre sante”, ossia chiese e luoghi sacri, in cui, per opera di Gioacchino Murat, non fu più possibile seppellire i morti. Ci sono poi le immancabili leggende su questo luogo. La leggenda riprende proprio l’editto murattiano e fu divulgata nel 1851 dall’etnologo Andrea De Jorio, al tempo direttore del Ritiro di San Raffaele a Materdei. La leggenda vuole che le origini del Cimitero delle Fontanelle abbiano inizio proprio in quel periodo, quando, siccome era vietato seppellire i morti in chiesa, i becchini erano costretti a caricarsi i defunti sulle spalle e portarli nelle cave di tufo, come appunto, la grotta in cui sorge oggi il Cimitero. Successivamente, delle alluvioni allagarono le grotte e le ossa invasero le strade. Da quel momento fu impossibile negare l’esistenza di cadaveri nelle grotte. Di lì a poco si decise di ricostruire gli scheletri nelle cave di tufo e di realizzare il Cimitero delle Fontanelle, dotandolo anche di un altare centrale.

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