Il Real Orto Botanico di Napoli e le sue meraviglie

  • di Daniela de Cicco
  • 3 anni fa
  • Napoli
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Napoli è una delle poche città che possono dire di avere un orto botanico di grandi dimensioni nel perimetro del proprio centro storico. Non tutte godono di questa possibilità, mentre Napoli dispone di uno degli orti botanici più interessanti del paese: il Real Orto Botanico. Sicuramente si tratta di uno dei più importanti d’Italia, se non del più importante, per la quantità di specie botaniche ivi presenti e per la varietà di piante che vi crescono.

Come nasce il Real Orto Botanico

L’Orto Botanico nasce nel 1807, ai piedi della collina di Capodimonte, proprio dietro a quello che una volta era il Real Albergo dei Poveri. Per la realizzazione e l’implementazione del parco piante, vennero chiamati in causa numerosi botanici ed esperti, molti dei quali napoletani. Tra questi sicuramente Vincenzo Petagna e Michele Tenore. L’architetto Giuliano De Fazio realizzò la facciata monumentale, il viale perpendicolare e la stufa temperata, una sorta di serra che diede importanza all’Orto Botanico sin da subito. La restante parte fu affidata alle mani di Gaspare Maria Poletti. Per decreto di Giuseppe Bonaparte, la destinazione d’uso dell’Orto Botanico fu quella dell’istruzione pubblica, collegata allo sviluppo delle arti mediche, dell’agricoltura e dell’industria. Tendenzialmente, L’orto non venne considerato come un luogo adatto alle visite o alle passeggiate; per questo oggi, gran parte della sua area è diventata zona universitaria, essendo che qui ha sede il dipartimento di Scienze Matematiche, Fisiche e Naturali dell’Università degli Studi di Napoli Federico II.

Lo sviluppo dell’Orto Botanico

Nel corso degli anni, il Real Orto Botanico ha visto succedersi un folto numero di direttori, tutti impegnati nella valorizzazione massima dell’Orto stesso. La Seconda Guerra Mondiale fu un periodo difficile per tutta Napoli ed anche l’Orto Botanico subì delle conseguenze: venne bombardato e danneggiato, e servì poi da rifugio a parte della popolazione in fuga dalle bombe. In quel periodo così complicato, nell’Orto Botanico vennero piantati i prodotti di prima necessità che servivano al nutrimento della popolazione affamata. Altre aree invece, vennero utilizzate per scopi militari dall’esercito. Dopo la guerra tuttavia, l’Orto Botanico tornò a risplendere e, grazie alle innovazioni in campo botanico, vi furono numerose migliorie. In quel periodo venne realizzato il filicetum: un’area espositiva in cui esporre la grandissima varietà di piante.

l’Orto Botanico tra alti e bassi

Grazie a queste innovazioni e grazie soprattutto ai fondi derivanti dal boom economico che interessò l’Italia negli anni ’60, l’Orto Botanico tornò a risplendere; vennero realizzate due nuove serre ed un impianto di riscaldamento all’avanguardia per i tempi. Tuttavia negli anni ’70 ci fu una nuova fase di stanca, in cui ci si rese conto che l’Orto, in realtà, era ancora abbastanza scarno. In quel periodo venne anche eliminata la stazione sperimentale per le piante officinali e sembrava che il destino dell’Orto, fosse quello di rimanere un semplice punto di stallo in cui però, sono presenti molte piante. Dopo qualche tempo ci fu una ripresa però: si decise di acquistare numerose specie di piante provenienti da ogni parte del mondo. L’idea fu del prof. Luigi Califano, illustre docente ed esperto botanico che si recò in prima persona in queste spedizioni in giro per il mondo per l’acquiesto delle piante da portare a Napoli. Grazie al suo impegno, l’Orto Botanico si arricchì di piante uniche come le Cyclades della specie di genere Tillandsia. Infine, grazie allo stretto contatto con altri orti europei, l’Orto di Napoli riuscì ad ottenere quella consacrazione che tanto meritava.

L’Orto Botanico oggi

Il Real Orto Botanico oggi è un fiore all’occhiello per Napoli, ma anche un vanto per la comunità scientifica. Negli anni, L’Orto si è arricchito di nuove aree: la Pinophyta, l’agrumeto, la vaseria e il palmeto, che rappresentano aree di caratterizzazione tassonomica; inoltre sono stati aggiunti anche “il deserto”, “la torbiera” e “la spiaggia”, come zone a carattere ecologico in cui tentare la ricostruzione di ambienti naturali. Oggi l’Orto Botanico si estende per circa 12 ettari e contiene circa 9.000 specie diverse, per un totale di 25.000 esemplari raggruppati sulla base delle loro caratteristiche genetiche. Infine, è bene sottolineare che nell’Orto Botanico trovano rifugio anche alcune specie in via d’estinzione o molto rare come alcune felci arboree, ed altre piante endemiche della Campania, tra cui ad esempio la Kochia saxicola e la Primula palinuri.

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