Il Complesso di Sant’Anna dei Lombardi e le opere dall’inestimabile valore

  • di Daniela de Cicco
  • 2 anni fa
  • Napoli
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Le bellezze di Napoli sorgono un pò ovunque e quando meno te lo aspetti. Il centro storico della città è famoso per la sua enorme quantità di chiese; se ne contano oltre 400, molte delle quali di una bellezza ed un valore storico e architettonico, davvero inestimabile. Tra queste si annovera sicuramente anche il Complesso di Sant’Anna dei Lombardi, situata sul versante sinistro di Piazza Monteoliveto, poco distante dalla celebre fontana. Si tratta di un fulgido esempio di rinascimento fiorentino, infatti, nella struttura dell’opera sono visibili tutti gli elementi architettonici tipici di quello stile.

La storia

La chiesa di Sant’Anna dei Lombardi, o meglio, i lavori che la riguardano, iniziano nel 1411, ad opera dell’architetto Gurello Origlia e grazie alla committenza del re aragonese Ladislao di Durazzo. In un primo momento la chiesa venne intitolata a Santa Maria di Monteoliveto, motivo per cui, ancora molti la definiscono come “chiesa di Monteoliveto”. Ad ogni modo, al tempo, il Complesso era gestito dai padri Olivetani. Sotto il regno di Alfonso II D’Aragona, tutto il complesso fu sottoposto ad importanti lavori di ampliamento. In poco tempo quindi, la chiesa divenne la preferita dei sovrani d’Aragona. La struttura rimase pressoché invariata fino al XVII Secolo, quando venne totalmente modificata negli spazi e nel vivo della chiesa stessa. Nel 1798, il re Ferdinando I di Borbone allontanò gli Olivetani per fare accoglienza alla confraternita dei Lombardi, i quali provenivano da Maddaloni. Per questo motivo nel 1801, la chiesa cambiò denominazione e divenne Complesso di Sant’Anna dei Lombardi. infine, l’ultimo restauro degno di nota, fu quello successivo alla Seconda Guerra Mondiale, necessario a ripristinare lo stato delle mura esterne danneggiate dai bombardamenti.

Passaggi d’arte

A conferire importanza alla struttura non è solo l’antichità. Ci sono infatti, al suo interno numerose testimonianze del passaggio di numerosi artisti d’eccellenza del passato. In particolare, è da segnalare la presenza di opere di artisti fiorentini, come ad esempio Benedetto e Giuliano da Maiano, ma anche Giorgio Vasari ed Antonio Rossolillo, a completare l’elenco degli illustri artisti rinascimentali. Le loro esperienze fiorentine, ben si sposarono con le influenze napoletane di altri artisti autoctoni come Giovanni da Nola e Girolamo Santacroce, assieme ai pittori Fabrizio Santafede, Carlo Sellitto e Francesco Solimena.

La struttura

Il Complesso come appare oggi, è più o meno simile a come doveva apparire nel XVII Secolo, ovvero dopo l’ultimo rimaneggiamento completo. Ciò che risalta dell’intera struttura è l’atrio gotico, unica testimonianza, esempio del periodo storico in cui è stato realizzato. Con il rimaneggiamento infatti, tutti gli elementi gotici furono eliminati, ad eccezione di alcune finestre e dell’atrio a sesto ribassato in piperno.

Come si presenta

L’arco gotico in piperno conferisce alla facciata un aspetto sobrio e semplice, quasi a voler creare una sorta di effetto sorpresa per quanto si nasconde all’interno. Ad ogni modo una volta varcato l’arco si accede all’edicola sepolcrale di Domenico Fontana costruita nel 1627 ad opera dei figli. L’interno invece si presenta con una navata unica senza transetto, con cinque cappelle disposte sui due lati ed un particolare soffitto cassettonato. Il presbiterio presenta altre tre cappelle, due sul lato sinistro e una sul lato destro. Da lì partono dei piccoli passaggi che danno l’accesso ad altri luoghi del complesso, tra cui l‘Oratorio del Santo Sepolcro, la Cappella dell’Assunta, la Sacrestia Nuova, la Sacrestia Vecchia dei Vasari.

Le cappelle laterali

Degne di nota sono anche le cappelle laterali summenzionate, le quali spiccano per bellezza e singolarità. Queste infatti, ricordano proprio l’architettura rinascimentale di Firenze, data la loro pianta centrale e la presenza di sculture e decorazioni opera di artisti toscani. Tra le più significative vi è la Cappella Correale che ospita le sculture di Benedetto da Maiano. Ma c’è anche la Cappella di Tolosa che ricorda un pò lo stile di Brunelleschi, anche se realizzata da Giuliano da Maiano. La cappella in questione presenta numerose pitture e sculture. Infine si annovera tra le migliori, anche la Cappella Piccolomini, un pezzo di Firenze nel bel mezzo di Napoli.

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