Il castello del Carmine dimenticato da Napoli

  • di Mutart
  • 2 anni fa
  • Napoli
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Eretto da Carlo III di Durazzo, Il castello del Carmine è uno dei più giovani del capoluogo partenopeo. Infatti, è stato l’ultimo Castello cittadino ad essere costruito per la difesa della città. Nonostante questo, però, la sua storia è comunque ricca di curiosità e aneddoti. Scopriamola insieme.

La costruzione del Castello del Carmine

Il castello del Carmine venne realizzato nel 1382 per volere di Carlo III di Durazzo. La struttura nacque per coprire la difesa della città nella parte orientale, che fino a quel momento rimase scoperta. La necessità nacque dal crescente pericolo di un’invasione Saracena dalla Calabria. Più nello specifico il castello venne eretto  vicino al Torrione, noto con il nome di Sperone. 

Rispetto agli altri castelli che si trovano nella città di Napoli, come ad esempio Castel Capuano, Castel nuovo e Castel Sant’Elmo, il castello del Carmine è caratterizzato da uno stile più sobrio e meno regale. D’altronde, fin dall’inizio è stato utilizzato a scopo militare, per cui si giustifica il fatto che al suo interno non si trovano particolari elementi di lusso. 

Come abbiamo già accennato, la struttura è stata interessata anche da numerosi eventi storici. In particolare, già dopo quattro anni dopo la sua costruzione, fu campo di battaglia tra Ladislao di Durazzo e Luigi II d’Angiò. Un ulteriore elemento che caratterizzò la storia del Castello fu poi l’assedio di Alfonso Quinto d’Aragona. L’insieme di queste battaglie comportò la necessità di apportare alcune modifiche alla struttura. Nel 1484, infatti, Ferdinando I d’Aragona ordinò all’ingegnere Francesco Spinelli l’avvio di lavori di ampliamento delle mura della città. Di conseguenza, vennero fatte costruire ulteriori mura nel torrione del Castello del Carmine. Proprio Francesco Spinelli, all’indomani della chiusura dei lavori, appose una lapide con su scritto:

«DIVUS ARAGONEA QVI SVURGIT ORIGINE CAESAR

ITALUS ET PACE INGENS FERDINANDUS ET ARMIS

DUM TIBI PARTHENOPE MIRI NOVA PERGAMA FASTUS

ET SIMUL AETERNAS MANSURAS CONDERET ARCES

HIC LAPIDEM PRIMUM FUNDAVIT NUMINE DEXTRO

FRANCISCUS SPINELLUS EQUES PORREX ERAT ILLUM

TEMPORE QUO IUNII LUX TERNAQUE FULSERAT HORA

EX ORTU CHRISTI TRIA LUSTRA DEME TRECENTIS.»

Nei primi anni del Cinquecento il castello venne colpito da un alluvione che costrinse a riedificare il torrione principale. 

La rivolta di Masaniello

Il castello del Carmine fu il protagonista anche durante uno degli eventi più importanti della storia della città di Napoli, ovvero la rivolta di Masaniello. Durante il biennio 1647-1648 la struttura divenne la dimora del capopopolo Gennaro Arnese. Circa 14 anni dopo, invece, il castello venne sottoposto a numerosi cambiamenti per volere del Vicerè Conte di Penaranda. Più nello specifico, sì cerco di fornire un nuovo stile interno, rivalutando gli arredi e le stanze della struttura allo scopo di ospitare i mercenari e i capitani di ventura. I lavori vennero affidati a Bonaventura Presti e agli ingegneri Francesco Antonio Picchiatti e Donato Antonio Cafaro.

La proclamazione della Serenissima Real Repubblica Napolitana

Un altro evento che caratterizzò la storia del castello del Carmine fu la proclamazione della Serenissima Real Repubblica Napolitana al suo interno. Tuttavia, come ben sappiamo, la Repubblica ebbe vita breve

Inoltre, il castello fu interessato anche dall’occupazione delle truppe francesi alla fine del ‘700. Infine, è stato anche uno dei simboli del Risorgimento napoletano, in quanto al suo interno le truppe borboniche si rifugiarono per cercare di resistere all’arrivo dei Mille di Garibaldi. 

La demolizione del castello del Carmine 

Nel 1906 il castello del Carmine venne demolito per far posto all’ultimo tratto del Corso Garibaldi. In particolare, nel luogo dove sorgeva venne realizzata la caserma Giacomo Sani, mentre invece negli anni trenta nella sua parte ovest vennero eretti i Magazzini Militari da Camillo Autore, anche se poi anche questa struttura venne demolita negli anni ‘70.

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