Locazione ad uso transitorio: cos’è e come funziona

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La locazione ad uso transitorio è una formula contrattuale molto diffusa, soprattutto tra gli studenti fuori sede e i lavoratori in trasferta. In seguito, cercheremo di capire meglio cos’è la locazione ad uso transitorio e come funziona.

Le caratteristiche del contratto di locazione transitorio

Per locazione ad uso transitorio si intende una tipologia di contratto con cui il proprietario mette a disposizione il suo immobile per un determinato periodo di tempo dietro corrispettivo. Il contratto è caratterizzato da una durata inferiore a quello classico, il quale ha una durata di 4 anni. Ovviamente, però, la conclusione dello stesso deve avvenire nel rispetto delle condizioni dettate dalla legge, in base alla quale il contratto deve essere legato ad esigenze abitative per lavoro o per studio, mentre invece è assolutamente escluso il fine turistico. Nello specifico, il Decreto Ministeriale n°15 del 16/01/2017 all’art. 2 stabilisce che i contratti di locazione di natura transitoria “sono stipulati per soddisfare particolari esigenze dei proprietari e/o dei conduttori – con particolare riferimento a quelle derivanti da mobilità lavorativa – da individuarsi nella contrattazione territoriale tra le organizzazioni sindacali della proprietà edilizia e dei conduttori maggiormente rappresentative”.

Il contenuto del contratto di locazione ad uso transitorio

Per quanto riguarda la forma e il contenuto del contratto, è necessario innanzitutto procurarsi il modello predisposto dal Ministero dei Trasporti e delle Infrastrutture e inserirvi una serie di informazioni. Nello specifico, bisogna immettere i seguenti elementi: 

  • Generalità delle parti;
  • Descrizione dell’immobile;
  • Modalità di versamento del canone;
  • Importo del canone;
  • La durata della locazione;
  • Riferimento all’esigenza transitoria: allegare la documentazione relativa alla partecipazione ad un master universitario, dichiarazione del datore di lavoro in merito al trasferimento in altra sede, ecc.;
  • Clausola di ricevuta documentazione: il conduttore attraverso la clausola attesta di aver ricevuto tutta la documentazione necessaria.  

Deve poi essere effettuata la dichiarazione relativa all’attestazione di prestazione energetica (APE). La mancata dichiarazione comporta il pagamento da parte del locatore e del conduttore di una sanzione amministrativa. Una volta effettuato il pagamento, bisogna comunque presentare l’APE entro 45 giorni. 

Durata minima e massima contratto transitorio

La legge stabilisce anche la durata del contratto di locazione ad uso transitorio, la quale ha un minimo di 30 giorni e un massimo di 18 mesi. La durata breve rappresenta uno dei vantaggi più importanti di questo tipo di contratto. Infatti, mentre nel contratto a canone libero la durata minima è pari a quattro anni e nei contratti a canone concordato a tre anni, in questo caso è possibile accedere ad una durata decisamente inferiore. 

Per quanto riguarda invece il canone, questo può essere determinato dalle parti, fatta eccezione per alcune città, come ad esempio Napoli, Torino, Roma, Milano, Bari, Bologna, Venezia, Firenze, altri capoluoghi di provincia e nei comuni confinanti con essi, in cui l’importo varia in base ad accordi territoriali. 

Disdetta e rinnovo del contratto di locazione transitorio

Il contratto di locazione transitorio cessa automaticamente alla fine del periodo stabilito dal contratto stesso. Pertanto, non è previsto alcun obbligo di disdetta. Nel caso in cui il conduttore decida di allungare i termini del contratto, deve effettuare una comunicazione tramite una documentazione specifica con la quale dichiara la volontà di rinnovo e la persistenza dell’esigenza transitoria. La documentazione deve essere inoltrata tramite posta raccomandata. 

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