Si può evitare la demolizione per abuso edilizio?

L’abuso edilizio è un illecito, che consiste nel realizzare un intervento edilizio senza i dovuti permessi di costruire o senza dichiarazione di inizio attività. Per esempio, sono considerati illeciti: una costruzione su suolo non edificabile senza approvazione, modifiche alla sagoma di un edificio preesistente in assenza di completa autorizzazione amministrativa e così via.

In genere, gli immobili interessati da “casi gravi di abuso edilizio” sono destinati ad essere demoliti ma, grazie alla recente sentenza 21383/2019 della Corte di Cassazione, le cose sembrano essere destinate a cambiare.

La suprema Corte ha infatti spiegato che la revoca dell’ordine di demolizione è possibile, se in presenza di determinazioni incompatibili con l’abbattimento. Ad esempio,  quando è stata conseguita una regolarizzazione dei lavori anche se postuma.

Inoltre, si può disporre della sospensione anche nel caso in cui  si sia in attesa del titolo abilitativo in sanatoria. Tale situazione è da considerare meritevole però di particolare attenzione in quanto, lo stop arriva solo nel caso in cui vengano tutelati: gli interessi pubblici di tutela del territorio, con la rapida riparazione del bene violato, e quello del privato ad evitare un danno irreparabile in presenza di una situazione giuridica che potrebbe evolversi a suo favore.

In caso si istanza di sanatoria o di condono, il giudice è tenuto poi a svolgere ulteriori accertamenti in seguito all’ordine di demolizione. In particolare, questi deve verificare la sussistenza degli elementi necessari all’accoglimento dell’istanza e, in caso positivo, valutare i tempi di definizione. La sospensione dell’ordine di demolizione potrà essere accolta solo in vista di un svolgimento del procedimento rapido.

 

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