Legittima difesa per violazione di domicilio, ecco cosa dice la legge

Quando si parla di legittima difesa, si intende quei particolari casi in cui la persona aggredita lede o uccide il suo aggressore. In queste occasioni l’autore del gesto non viene punito ma è “giustificato”, viste le particolari circostanze in cui si è trovato. Tra i casi di legittima difesa rientra anche il ritrovarsi un malintenzionato in casa.

Chi trova un’intruso in casa propria è autorizzato a difendere se stesso, la propria famiglia e i propri beni senza rischiare di essere perseguito dalla legge, sempre però, che la difesa sia proporzionata all’offesa. Per esempio, se il ladro minaccia il proprietario con una pistola, quest’ultimo è autorizzato a fare lo stesso e anche a sparare. Questo non vale però se l’intruso è disarmato in quanto, in quel momento, abbiamo un rapporto “bene di natura economica”, ovvero il ladro che ruba contro “bene superiore” la vita del ladro.

La nuova legge sulla legittima difesa, approvata di recente, ha rafforzato il concetto.

La proporzione tra offesa e difesa si ritiene presunta, e chi si ritrova a dover respingere l’intrusione è considerato sempre in condizione di legittima difesa. Questo però, non vuol dire che si sia autorizzati a sparare.

Viene ancora considerato reato il caso in cui si spari al ladro alle spalle, in quanto questi, in procinto di fuggire, di certo non rappresenta un pericolo per ‘incolumità.

Tirando le somme, se un ladro entra in casa tua hai diritto ad utilizzare un’arma per difenderti, sempre che ci sia un grave timore per l’incolumità tua o dei tuoi cari. Anche nel caso in cui si cagionino all’intruso danni involontari provocati dal forte turbamento persiste la legittima difesa, che vale anche di fronte ad un tentativo di effrazione, o minaccia a domicilio.

Sono invece punibili i casi in cui venga un’arma senza una reale motivazione, come nel caso di ladro disarmato o in fuga.

Partecipa alla discussione

Compare listings

Confrontare