Google Earth valido come prova per gli abusi edilizi

Programmato e distribuito gratuitamente da Google, Google Earth è un software che genera immagini virtuali della Terra in 3D  avvalendosi di immagini satellitari ottenute dal telerilevamento terrestre, fotografie delle aeree e dati topografici. Dotato di una grande quantità di dettagli, Google Earth mostra una rappresentazione tridimensionale del terreno all’utilizzo dei dati DEM (Digital Elevation Model) collezionati durante la  NASA Shuttle Radar Topography Mission, e può essere utilizzato fornendogli coordinate geografiche, indirizzi o semplicemente navigando sul pianeta con il mouse.
Il 19 aprile 2017 poi,  Google Earth ha rilasciato una nuova funzione, che ha reso il software ancora più utile e completo : ora è possibile vedere gli edifici, storici e non,  ricostruiti in maniera così minuziosa, che il Tar della Calabria ha deciso di ammetterli come prova durante un processo.
Con la sentenza 1604/2018, i giudici hanno infatti affermato che i fotogrammi del programma Google Earth costituiscono prove documentali pienamente utilizzabili, al fine di provare eventuali abusi edilizi. Ma vediamo il caso nel dettaglio

Google Earth Vs Abuso Edilizio, il caso

Il Tar della Calabria è giunto a tale conclusione durante un processo sull’annullamento di un permesso per costruire in sanatoria. Nel dettaglio, la controversia è nata dopo che il Comune aveva annullato la concessione di edilizia in sanatoria, ordinando la demolizione dell’opera costruita.
Il proprietario di un immobile aveva presentato domanda di condono edilizio ai sensi della Legge 47/1985 ma, dopo una serie di analisi portate a termine anche grazie a Google Earth, i responsabili del Comune hanno scoperto che le opere edilizie abusive erano state realizzate dopo la domanda di sanatoria edilizia e non prima. Come chiarito successivamente dal giudice, uno dei presupposti per ottenere il condono in base alla legge del 1985, è che l’opera sia stata ultimata entro il 1° ottobre 1983, ma grazie anche a Google Earth, era emerso che alcuni edifici erano state realizzate addirittura dopo il 2001.
Così i giudici hanno confermato la revoca del titolo abilitativo e l’ordine di demolizione delle opere, cogliendo anche l’occasione per creare un caso più unico che raro.

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