La maestosità dell’Obelisco di San Gennaro: devozione e simbolo della città

  • di Alessia Andreozzi
  • 9 mesi fa
  • Napoli
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La maestosità dell'Obelisco di San Gennaro devozione e simbolo della città

Vi abbiamo già portato alla scoperta delle anime pezzentelle a Napoli, mentre oggi vogliamo parlarvi dell’affascinante storia e maestosità dell’Obelisco di San Gennaro, conosciuto anche come guglia di San Gennaro. Quest’opera barocca, realizzata da Cosimo Fanzago, si erge maestosa su via Tribunali, nella piazzetta Riario Sforza, tra la Reale Cappella del Tesoro di San Gennaro e il Pio Monte della Misericordia.

Dove si trova la guglia di San Gennaro

Via Tribunali a Napoli è una strada intrisa di luoghi storici e di grande importanza. Ancora oggi segue il percorso del vecchio Decumano Maggiore, l’antico asse viario greco. Nel corso del tempo, è diventata una delle strade principali del centro storico di Napoli, dichiarato patrimonio dell’umanità nel 1995. Nel luogo in cui sorge l’obelisco, in epoca romana, si trovava un tempio, probabilmente dedicato a Giove o Nettuno.

L’Obelisco di San Gennaro si trova in Piazza Sisto Riario Sforza, una piazzetta che si apre alle spalle del Duomo, vicino allo storico palazzo e alla cappella del Pio Monte della Misericordia, che ospita una delle opere di Caravaggio presenti a Napoli.

Come nasce l’Obelisco di San Gennaro

Questo monumento fu commissionato a Fanzago dalla Deputazione del Tesoro di San Gennaro come ringraziamento al Santo per aver fermato la terribile eruzione del Vesuvio del 16 dicembre 1631. Quell’eruzione fu la più violenta e distruttiva nella storia del Vesuvio nell’ultimo millennio. La lava si abbassò di oltre 450 metri, causando parziali distruzioni nelle città di Portici, Resina, Torre del Greco e Torre Annunziata.

Durante i tre giorni di eruzione, molti persero la vita e furono organizzate numerose processioni. La popolazione implorò l’aiuto di San Gennaro, il protettore della città, e l’arcivescovo ordinò una processione di intercessione con l’esposizione delle reliquie di San Gennaro. L’eruzione si placò quando la statua del Santo fu portata in processione sul ponte della Maddalena, l’unica strada che collegava all’epoca San Giovanni a Teduccio a Napoli.

Come ringraziamento per il miracolo, la Deputazione del Tesoro chiese a Fanzago, l’architetto di fama che aveva già costruito palazzi e chiese nella città, di creare l’imponente obelisco. Quest’ultimo sarebbe stato collocato nella piazzetta dove, in passato, vi era l’accesso laterale alla Chiesa del Duomo di Napoli. La sua costruzione fu completata nel 1660 e raggiunse un’altezza di 24 metri.

Architettura della guglia di San Gennaro

L’Obelisco di San Gennaro è composto da una colonna quadrangolare che si sviluppa verso l’alto sulla quale sono impresse una serie di decorazioni e sulla cui estremità si trova un capitello ionico. In cima al capitello si trova la statua in bronzo di San Gennaro, opera dello scultore Tommaso Montani.

La guglia di San Gennaro è il più antico tra i tre obelischi presenti a Napoli. Quello dedicato a San Domenico nella piazza omonima è del 1658, mentre quello dell’Immacolata in piazza del Gesù Nuovo fu realizzato nel 1746.

Tale monumento rappresenta non solo un simbolo di devozione, ma anche un’icona che testimonia la storia e l’importanza del centro storico di Napoli. La sua maestosità continua a affascinare e ispirare i visitatori, rappresentando un legame tangibile con il passato e la spiritualità della città.

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