Il Crocifisso ferito di Napoli: storia e curiosità

  • di Mutart
  • 2 anni fa
  • Napoli
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Le bellezze di Napoli si nascondono in ogni suo angolo. È il caso del crocifisso ferito conservato all’interno della Chiesa di San Carlo all’Arena, situata in via Foria. Si tratta di una scultura straordinaria, unica al mondo, realizzata da Michelangelo Naccherino, ormai più di cinque secoli fa. Andiamo alla scoperta di questa meraviglia.

Crocifisso ferito: la storia

Il “Cristo ferito” è un’opera del 1599 realizzata dallo scultore e architetto toscano Michelangelo Naccherino. L’opera si trova nella Chiesa di San Carlo all’Arena, precisamente sul secondo altare sulla destra. In realtà, il “Cristo ferito” era situato originariamente nella chiesa dello Spirito Santo nella Cappella dei Duca di Caselluccia. Fu trasferita poi all’interno della struttura attuale nel 1923, quando nella chiesa dove era conservata scoppiò un incendio che comportò la caduta della scultura sul pavimento. Il Cristo si ruppe in mille pezzi e venne ricomposto solo in un secondo momento. Da allora, l’opera è nota con il nome di “Cristo ferito”, in quanto sono ancora rilevabili delle lesioni sul marmo che appaiono come delle vere e proprie ferite.

Ancora oggi, la scultura attira migliaia di turisti e persone curiosi da tutto il mondo, che arrivano in città per ammirare una bellezza unica, spesso paragonata ad un’altra scultura conosciuta a livello internazionale, ovvero il Cristo velato di Sanmartino. 

Chiesa di San Carlo all’Arena

La chiesa che ospita il Cristo ferito è anch’essa un vero gioiello di architettura. Composta da sei cappelle laterali, sette altari e una cupola di grandi dimensioni, la chiesa di San Carlo all’Arena ha questo nome per il tipo di suolo su cui è stata costruita. Infatti, la struttura sorge su un terreno arenoso, costituito da materiali portati dagli alluvioni dalle colline di Capodimonte e Miradois. 

La sua nascita risale al XVIII sec. sulla base di un progetto di Fra’ Giuseppe Nuvolo. In particolare, venne eretta dai Cistercensi nel 1631, ma l’inaugurazione si ebbe solo nel 1700. Nel corso del ‘700, la struttura venne interessata da una serie di lavori. Nel 1837, invece, la chiesa venne parzialmente distrutta a seguita dell’occupazione francese, periodo nel quale la struttura venne trasformata in una caserma. La ricostruzione la si deve all’architetto De Cesare, che proprio durante il 1837 avviò i lavori di restauro. 

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