Una casa scenografica: è così che potremmo definire un’abitazione dove a dominare è uno stile di arredamento eclettico.
Si tratta di una tendenza molto particolare che non si vota a nessuna corrente di moda ma, anzi, le fonde tutte (o quasi): così, è possibile ad esempio, trovare una tenda elegante abbinata ad un tappeto persiano e ad una serie di cuscini etnici, tra colori vivaci e tessuti di tipologie diverse che si incontrano e si contrastano allo stesso tempo.
Ma come fare a rendere esteticamente piacevole un arredamento del genere, senza scadere nell’eccessivo?
Ordine/Disordine
Chi ama abitare in un ordine che chiunque altro definirebbe disordine troverà in questa influenza stilistica la risposta perfetta.
Le cornici – vuote o piene di foto e di stampe – non si appendono sempre al muro con gancetti colorati, ma si accatastano ordinatamente su mobili, mensole e persino sul pavimento, in angoli vuoti della stanza; i soprammobili abbondano (non ditelo a chi dovrà spolverare!) e l’intera casa potrebbe apparire come la scenografia di un film o di un’opera teatrale, dove tutto può essere anche poco funzionale purché bello da vedere, colorato e “riempitivo”. Insomma, è lo stile scaccia-negatività, un tripudio di forme, colori e geometrie che diventa accoglienza e positività al primo sguardo e che rapirebbe l’attenzione anche della persona più passiva al mondo in quanto a design e arredamento.
C’è un ordine in quell’apparente disordine e tutto può rimandare ad un’intenzione precisa: la stanza più formale per lo studio, il salotto eccentrico per accogliere gli ospiti, la cucina country e rustica, pronta ad “immolarsi” sotto i colpi della cuoca di casa… shabby e industrial chic, etnico, vintage, retrò, moderno e minimalistic si fondono e comunicano all’esterno desideri diversi del padrone di casa, diventandone immagine ed identità.
Occhio, però, a non esagerare.
L’effetto finale potrebbe risultare un devastante kitsch in grado di far scappare qualunque ospite!
Niente Metodo KonMari, insomma, anzi: riciclo selvaggio, tanta personalizzazione e persino “aria da mercatino”; sì ad un effetto bohémien, ad elementi luxury mescolati ad altri provenienti da mercati dell’usato e viaggi pazzi in giro per il mondo, assolutamente no ad ambienti troppo disarmonici e disordinatamente caotici.