Come cambia il quorum delle riunioni di conominio

A seguito dell’approvazione della riforma condominiale, ci sono diversi aspetti della vita in comune che hanno subito diversi cambiamenti. Una delle prime significative modifiche riguarda l’assemblea condominiale e la riduzione del quorum necessario per approvare le decisioni . Come ben sappiamo l’assemblea è un organo consiliare preposto ad esprimere le volontà del condomino in merito ad alcune questioni relative all’edificio.
L’assemblea è di norma convocata dall’amministratore ma in via del tutto eccezionale può essere convocata anche da un condomino in mancanza dell’amministratore o da più condomini a patto che rappresentino 1/6 del valore dell’edificio, e da un curatore speciale.
Per indire una seduta condominiale è fondamentale avere un ordine del giorno sul quale poi si pronunceranno e eventualmente delibereranno i partecipanti. L’organizzazione dell’assemblea è strutturata in questo modo: si inizia con un appello per verificare la presenza o meno di tutti gli interessati, successivamente si nomina un presidente e un segretario. Il primo si occuperà di coordinare l’intera seduta mentre l’altro sarà impegnato a prendere nota della riunione redigendo un verbale. Quindi nel momento in cui la decisione viene presa deve essere approvata dalla maggioranza. A livello condominiale la maggioranza deve essere duplice: espressa dal valore dell’edificio rappresentata in millesimi e quella dei partecipanti dell’assemblea.

Con la presente riforma viene mantenuto il requisito dei due terzi del valore dell’intero edificio e viene ridotto il secondo valore relativo alla maggioranza dei partecipanti alla riunione di condominio. In poche parole per deliberare quanto stabilito in assemblea è necessario il quorum che si applicava precedentemente in seconda convocazione, questo provvedimento è stato legiferato per rendere più facile e veloci l’approvazione delle decisioni da parte dell’assemblea.

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