I Quartieri Spagnoli di Napoli: ricchi di storia e tradizione

  • di Simona Vitagliano
  • 5 anni fa
  • Napoli
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I Quartieri Spagnoli di Napoli rappresentano uno dei tanti luoghi della città dalla “doppia anima“, quella antica e storica e quella moderna; un’ambiguità che, però, soprattutto negli ultimi anni si è fusa in un unico concetto più grande e positivo: l’appartenenza.

Perché è proprio qui che si concentra una parte inesauribile e impossibile da non considerare della metropoli odierna, quella parte che fa combaciare il vecchio e il nuovo, il bene ed il male, gli inciuci sparsi per i vasci e le iniziative culturali come “Cuore di Napoli“. D’altro canto, è sempre qui che è ubicato il famosissimo Vico Santa Maria delle Grazie, ribattezzato come Vicolo dell’Amore grazie all’iniziativa di residenti e negozianti di sommergerlo letteralmente di decorazioni, striscioni, frasi e versi di canzoni tutti ispirati proprio all’amore in tutte le sue forme. Questa sua peculiarità lo ha reso talmente celebre in tutto il mondo, anche grazie al tam tam sui social network, che turisti e stilisti ci fanno tappa obbligatoria ogni anno, soprattutto durante il giorno di San Valentino e nelle festività natalizie.

Ma andiamo per gradi: qual è la storia di questa zona così particolare?

Storia e curiosità

I Quartieri Spagnoli sono nati nel XVI secolo con una vocazione precisa: accogliere i militari spagnoli chiamati a soffocare le rivolte popolari di quel periodo e fare da “dormitorio” temporaneo per i soldati di passaggio che attraversavano la città dirigendosi verso altri luoghi di conflitto.

Non bisogna dimenticare, infatti, che quello era il momento storico in cui, a causa delle Guerre d’Italia (1494-1559), il Regno di Napoli perse la sua indipendenza e venne sottoposto a diverse potenze straniere che ne affidarono il governo ad un viceré: in particolare, vi fu prima la Spagna, fino al 1707, e poi l’Austria, fino al 1734. Un’evidenza che fa ben immaginare quale fosse il clima all’interno delle case napoletane.

Il nome del quartiere, quindi, arrivò proprio dalla “missione” che andava a svolgere, anche se, nonostante il tentativo del vicerè don Pedro de Toledo di regolamentare tutto attraverso delle leggi ad hoc, i meravigliosi gelsi che invadevano il paesaggio cominciarono a lasciare il posto a criminalità e prostituzione provenienti proprio dalla insaziabile e lussureggiante “fame” dei militari che spendevano lì il proprio tempo.

La nomea di zona malfamata, così, cominciò molto presto per questo nugolo di viuzze e vicoli e sarebbe durata nei secoli, arrivando fino a noi: un’eredità che è stata ed è ancora molto dura da debellare. Testimonianza ne è anche la ricerca in loco di “certi piaceri” da parte degli americani durante la più recente Seconda Guerra Mondiale.

Tuttavia, questa evidenza storica fa rendere immediatamente conto del fatto che la cattiva reputazione di questo luogo non sia chiaramente imputabile ai napoletani: addirittura, si pensa che persino il gioco d’azzardo, il turpiloquio e la “legge dell’imbroglio” abbiano cominciato a colonizzare le case e i palazzi della zona proprio durante questa fase.

Fortunatamente, le cose oggi stanno molto diversamente e c’è una grande attenzione alla riqualifica – soprattutto “percettiva” – del circondario.

Oggi

Proprio qualche tempo fa ci siamo occupati dell’interessante caso dei vasci, minuscole abitazioni al piano strada che sono state per secoli vere e proprie “tane” per popolani poverissimi, bische e case di prostitute e che nessuno avrebbe mai pensato che, tempo dopo, sarebbero diventati il fulcro della ripresa immobiliare della zona, trasformati da intelligenti investitori in abitazioni esclusive e persino camere in affitto in stile B&B dotate di tutti i comfort: un’idea fantastica per accogliere i turisti direttamente nel centro pulsante della città!

Ecco perché, ai giorni nostri, tra le signore affacciate ai balconcini per stendere i panni è possibile scorgere anche qualche meravigliato straniero che, passeggiando per i vicoli con la testa all’insù, si ferma a fotografare quegli scenari tipici della nostra realtà che ci sono tanto cari e che fanno di Napoli una città unica nel suo genere, con tutti i suoi contrasti e le sue disarmonie.

Murales, edifici importanti, chiese, villette e palazzi storici oggi fanno lo skyline a tutto tondo dei Quartieri Spagnoli e, addirittura, l’area è stata anche oggetto di studi durante gli scavi per la realizzazione di una fermata della metropolitana, poiché vennero rinvenuti antichissimi reperti del 1500 a.C. e del Medioevo.

C’è chi si addentra in quel labirinto di strade per perdersi tra le musiche ed i sapori “consigliati” dalle finestre aperte, per godersi in silenzio il vociare ed il panorama, magari facendosi illustrare qualche curiosità dagli abitanti della zona, da chi cucina leccornie take away nelle mini locande che sorgono lungo la via e dai femminielli che hanno davvero fatto la storia della città, prima ancora che un movimento LGBT fosse persino creato: perché Napoli non ha mai avuto paura delle differenze, del “non convenzionale”, anzi, ne ha sempre fatto il suo più grande punto di forza!

Ed è proprio per questo, probabilmente, che questo pezzo della metropoli è considerabile, in realtà, come una vera e propria città nella città, dove molti registi di fama internazionale hanno deciso di girare delle scene o interi film e sceneggiati per dare alle proprie pellicole uno sfondo umano e territoriale che non si potesse dimenticare.

 

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