Le tasse sulla casa, in questo 2014, hanno subito un’aumento esorbitante ma, tra queste c’è ne stata una che è diminuita: la cedolare secca. Imposta applicata sugli affitti, alla cedolare secca è stata riconosciuta una percentuale del 10%, quello che non tutti sanno è che sono in pochi coloro che hanno il diritto ad accedervi.
Già, il presupposto fondamentale per poter versare l’aliquota al 10% infatti, è l’aver stipulato un contratto d’affitto a canone concordato, che non può essere di durata inferiore ai tre anni, rinnovabile anche tacitamente per altri due ( il famoso 3+2) e che debba essere stato registrato, utilizzando il modello RLI, entro il trentesimo giorno dalla sua stipula. La cedolare secca può essere applicata anche a contratti d’affitto che non siano inferiori ai trenta giorni all’anno e che, sottostanno all’obbligo di registrazione.
I soggetti alla quale è permesso usufruire della cedolare secca, sono principalmente i privati, limitatamente per immobili ad uso abitativo appartenenti alla categoria catastale da A/1 ad A/11 e relative pertinenze C/2, C/6 e C/7 s. Il locatario deve corrispondere a persona fisica e deve necessariamente operare al di fuori dell’esercizio d’impresa, in poche parole: gli immobili destinato ad uso diverso da quello abitativo, come per esempio gli studi, non possono avvalersi di tale contratto d’affitto.
Quindi, in caso di contratto a canone concordato, in sede di pagamento delle imposte è possibile applicare per il quadriennio 2014-2017 l’aliquota agevolata del 10% anziché del 15%, sostitutiva di IRPEF e addizionali.