Pignoramento prima casa: quando è possibile?

A tutti durante l’arco della vita capita, è capitato o capiterà di contrarre dei debiti. Qualcuno riuscirà a pagarli senza alcun problema mentre, qualcun’altro potrà andare in contro a delle difficoltà che, nei casi peggiori, si tramuteranno in diverse conseguenze come nel caso del pignoramento. Nel diritto italiano, si definisce pignoramento l’atto con il quale ha inizio l’espropriazione forzata, ossia il soggetto perde ogni diritto su un bene, che sarà poi rivenduto all’asta al fine di saldare i debiti: e il bene per antonomasia che per primo viene attaccato in questi casi è la casa. In molti, vuoi per disinformazione o a causa dei continui cambiamenti delle leggi che regolano questi casi, sono convinti che la prima casa – ossia il primo immobile di proprietà e abitazione principale di una persona – sia da un certo punto di vista intoccabile, visto che il solo pensiero di essere privati di un tetto sotto la quale dormire, si allontana dal concetto di civiltà radicato nella nostra mentalità.

Ma, diversamente da quanto creduto, la prima casa gode di sacralità solo ai nostri occhi e non a quelli di eventuali creditori, che in presenza di alcune precise circostanze, possono ricorrere al pignoramento per vedere soddisfatti i propri diritti.

Analizziamo il tutto nel dettaglio partendo dal principio.

Prima casa: come, quando e perché è possibile il pignoramento.

Cerchiamo di mettere da parte per un attimo il legame affettivo che può legarci alla nostra prima casa, simbolo d’indipendenza e autonomia personale, e soffermiamoci su quello che oggettivamente è: un bene con un valore intrinseco, che una volta acquistata entra a far parte del patrimonio del soggetto, attaccabile dal creditore ne caso in cui ci siano dei rapporti insoluti. Quindi, tirando le somme, questa può essere pignorata da qualsiasi soggetto a cui dobbiamo dei soldi, che si tratti della banca, la finanziaria, l’ex moglie a cui non abbiamo pagato gli alimenti, i figli che non abbiamo riconosciuto, la controparte vincitrice di un processo e così via.

Questa è di certo una verità molto dura da digerire ma, è bene sapere, che per quanto la prima casa possa essere pignorata l’azione del creditore è sottoposta a delle regole e a dei limiti, che variano a seconda del caso in questione, e che qualche volta sono anche a favore del soggetto pignorato:
1. Per quanto riguarda il pignoramento della prima casa portato a termine da una banca o da una finanziaria c’è poco da fare: tali enti non solo possono portare a termine il pignoramento liberamente, ma godono anche di una sorta di “precedenza” rispetto agli altri creditori, data dall’ipoteca che di sicuro è presente sull’immobile stesso. Ciò vuol dire che il ricavato della vendita della prima casa all’asta potrebbe essere utilizzato per saldare soltanto quello specifico debito.
2. Quando a pignorare è il fisco invece, entrano in gioco il concetto di prima casa, e quello di unico immobile a fare la differenza. Come prima casa, stando a quanto anticipato in precedenza, s’intende la prima casa acquistata, e questo non esclude che ce ne siano altre. In questo caso il fisco è libero di pignorare la prima casa, a patto che siano stati acquistati o ottenuti in eredità altri immobili. Con l’espressione “unico immobile” invece, si indica la sola ed unica casa del contribuente e, in questo caso, la legge impone l’impignorabilità da parte del fisco, a patto che sussistano le seguenti condizioni:
– il contribuente deve aver fissato nella sua prima e unica casa la residenza;
– non sia immobile di lusso o dal valore artistico/storico;
– sia accatastata come abitazione civile.

Se anche una sola di queste condizioni dovesse venir meno, il pignoramento è inevitabile.

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