La storia di Posillipo e del suo amore per Nisida

La bellezza dei luoghi presenti sulla collina di Posillipo attira ogni anno centinaia di turisti da tutto il mondo: e pare che sia così da sempre. Stando ad alcune testimonianze storiche, furono proprio i greci a dare alla più famosa collina di Napoli il nome di “Pausilipon”, che significa letteralmente “tregua dal pericolo” o “fa cessare il pericolo. Probabilmente ad ispirare questo nome furono le bellezze naturali e la salubrità dell’aria, nella quale la collina era immersa prima dell’urbanizzazione.

Anche se, stando ad un’antica leggenda napoletana, la “sensazione di pace” della quale è possibile godere in quei luoghi, ha ben altra motivazione.

Il triste destino di Posillipo

Leggenda vuole che, in un tempo non precisato, Posillipo, un giovane leggiadro e ben voluto da tutti, vivesse la sua vita in maniera spensierata: fino a quando non s’innamoro perdutamente di Nisida.

Consumato dall’amore e dal desiderio, il giovane provò in tutti i modi a conquistare il cuore dell’amata ma senza mai riuscirci. Questa infatti,
dotata di una bellezza fuori dal comune, non godeva di altrettanta bellezza d’animo. Fredda e calcolatrice, Nisida amava infatti incantare i suoi spasimanti, per poi lasciarli intrappolati in un amore senza via d’uscita, solo per il gusto di vederli soffrire.

Stanco e tormentato da quell’amore che ormai lo stava logorando dall’interno, Posillipo, consapevole che non sarebbe più riuscito a vivere la sua vita serenamente decise di farla finita, e si getto in mare. Ma il fato o qualche imprecisata divinità ebbe pietà di lui, e lo trasformò nel promontorio caratteristico della collina a cui ha dato il nome e non solo. Stando ad un ulteriore leggenda infatti, la particolare sensazione di “tregua dal pericolo”, così come la chiamarono i greci, della quale è possibile godere fermandosi sulla collina, sarebbe dovuta alla particolare natura benevola e pacifica di Posillipo.

Anche a Nisida, dopo la sua morte, toccò in sorte un destino analogo. Venne infatti trasformata nell’isolotto posto difronte al promontorio, alla quale sarà per sempre collegata da un sottile istmo.

 

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