Capodichino, da campo militare ad aeroporto.

Spesso, in diversi altri articoli, abbiamo sottolineato come la città di Napoli sia una fonte inesauribile di ricchezze storico culturali, che non si trovano confinate nel solo Centro Storico della città.
Anche il quartiere di Secondigliano infatti, vanta un passato di tutto rispetto, che lo ha visto non soltanto sede di uno dei più grandi campi d’addestramento militare,  ma anche snodo principale per l’accesso a Napoli. Chiave di volta di tanta importanza storica è la zona di Capodichino, famosa, per la presenza dell’omonimo aeroporto internazionale che, come si può facilmente dedurre, non è sempre stato li.

Capodichino prima dell’aeroporto

Tutti quelli che, almeno una volta nella vita si sono recati all’aeroporto di Capochino o a Secondigliano partendo dal centro della città avranno certamente fatto caso ad un particolare: poco importa quale sia la strada che si decida di percorrere, sarà sempre in salita. Questo perché Capodichino, costituiva anticamente la sommità di una collina, resa edificabile nel tempo. Da qui, l’etimologia del nome, derivante da Caput Clivii – sommità della salita – trasformato, dopo secoli d’utilizzo e volgarizzazione, in Capo de Chio, che ha portato poi  al termine utilizzato tutt’oggi.

Notizie sulla nascita e la trasformazione del toponimo nei secoli ci sono state date da una serie di atti e documenti ufficiali, che ci forniscono ancheFerdinando-II-750x400 un’importante descrizione dell’aspetto della zona, descritta come inaccessibile per la fitta vegetazione e pericolosa, per la vasta presenza di briganti. Queste, le basi su cui nacquero i lavori di “riqualificazione” della zona, che porteranno non soltanto a modifiche e livellamento della strada, ma anche alla costruzione, nel 1808, di un vasto campo militare, il Campo di Marte, costruito da Gioacchino Murat – all’epoca re di Napoli – su imitazione del Campo Marzio di Roma.

Affinché tale progetto fosse portato a termine, così come Giuseppe Bonaparte l’aveva pensato, una parte della collina venne ridotta quasi del tutto in pianura e, su quella zona, oggi si erige l’aeroporto di Capodichino.

 

Capodichino, la storia di Piazza Di Vittorio e degli obelischi.

Quella descritta in precedenza è soltanto una parte della storia di Capodichino che, durante i secoli, si è trovata al centro di numerose vicende d’importanza storico-culturale. La vecchia Piazza Capodichino per esempio, oggi dedicata a Giuseppe Di Vittorio, è il frutto del collegamento della zona di Poggioreale con via Foria, tramite “la nuova strada di Capodichino”.

Parte del muro finanziere Questa, costituiva la porta settentrionale d’accesso alla città di Napoli, particolare  che portò Ferdinando I a decretare, nel 1824, la costruzione del “muro finanziere”: lungo  11 miglia e nato con lo scopo di ostacolare e debellare il contrabbando, il muro passava da  Posillipo al Vomero, percorreva Miano, fino ad arrivare, attraversando Capodichino,  al ponte della Maddalena. Vista l’importanza rivestita da questo tratto della barriera –  era la più vicina alla strada che conduceva a Roma – nel 1848 si optò per la costruzione  degli otto obelischi in piperno, tutt’ora visibili, in modo da implementarne l’importanza  monumentale.

Ma, ad oggi, gli obelischi siti al centro di “Piazza Capodichino”, non sono l’unica  testimonianza del glorioso passato di un quartiere, attualmente noto per ben più tristi motivi. Percorrendo Piazza Di Vittorio in direzione Calata Capodichino infatti, è possibile ammirare un palazzo storico adornato con colonne ioniche, ebbene, quello è uno dei quattro edifici daziari, sopravvissuti alla demolizione.

Non ce l’ha fatta invece, “l’edificio della rotonda”, costruito appunto al centro della piazza e caratterizzato da una cupola emisferica, destinato ad ospitare gli uffici delle forze dell’ordine ma abbattuto nel 1927, durante i lavori per il posizionamento delle rotaie delle Tranvie.

 

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Un pensiero su “Capodichino, da campo militare ad aeroporto.”

  • Salvatore

    Ho un particolare interesse ad avere maggiori informazioni su questo edificio storico, era la scuola di mia madre, come pure la Villa Fleurent, che accolse famiglie sfollate Della esconda guerra mondiale, situará un Calata Capodichino.
    Se avere informazioni, per favore scrivere al Facebook Ekoarte Tenerife
    Grazie un cordiale saluto.

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